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Point Break
Nel corso di una delle tante azioni da sport estremo, dei quali è appassionatissimo, Johnny Utah vede morire il proprio migliore amico. Duramente colpito dall’evento, il giovane decide di mettere la sua innata abilità al servizio di un più nobile scopo. Si arruola nell’FBI e, come compito di prova, riceve l’ordine di infiltrarsi in un gruppo itinerante di atleti amanti del brivido, capeggiati dal duro Bodhi. Gli atleti sono sospettati di crimini organizzati in modo del tutto imprevedibile e finalizzati a difendere gli stravolgimenti forzosi del territorio…
Il precedente Point Break è del 1991, Katherine Bigelow lo diresse con un’ottica dinamico-drammatica innovativa e imprevedibile. Con Ericson Core l’approccio cambia radicalmente. Questo è il suo secondo film come regista (l’esordio è 187 Codice omicidio con Samuel L. Jackson) ma lui è soprattutto un valido direttore della fotografia. E non solo, perché per esempio nella serie Fast & Furious ha progettato molti veicoli con telecamere montate su misura, ottenendo effetti nuovi e fortemente dinamici. Con un simile esperto di tecnologie, anche la scelta narrativa era obbligata.
Questo secondo Point Break comincia e finisce sopra un continuo inseguirsi di spericolate azioni, ogni volta più rischiose, difficili, talmente pericolose da sembrare non vere. Se va riconosciuta la incalzante scelta produttiva di spostarsi in giro per il modo e dare spazio ad acrobazie ogni volta più incredibili, risulta parimenti arduo individuare una parvenza di sostanza problematica, uno spunto di riflessione per motivare l’impalcatura generale.
Anche l’action thriller non vive di soli automatismi adrenalinici, e quello delle otto prove di un fantomatico Ono Ozaki appare solo un pretesto per puntellare imprese da capogiro tra montagne e oceani, avendo sullo sfondo la scusa degli ecoterroristi. Il film insomma colpisce per la bella confezione ma lascia freddi perché senza motivazioni di senso. Come una bella cornice che avvolge una tela piatta. Accanto a nomi non famosissimi, figurano alcuni caratteristi (Ray Winston, Delroy Lindo, Teresa Palmer) che fanno il possibile per tenere in piedi una tensione ai minimi termini. Bigelow dove sei?