I film biografici sono un grande classico del cinema americano. Spesso sono prodotti pensati appositamente per la stagione dei premi, con i protagonisti chiamati a una trasformazione che, nella migliore delle ipotesi, li porterà a una nomination all’Oscar.

I biopic su star della musica in particolare portano fortuna a chi li interpreta: pensiamo al Ray Charles di Jamie Foxx, alla Judy Garland di Renée Zellweger e al Freddie Mercury di Rami Maleck, solo per citarne alcuni. Tutti hanno preso la statuetta dorata. Una formula che funziona. Ecco: per raccontare la sua storia Pharrell Williams ha espressamente chiesto di fare qualcosa fuori dal comune, così com’è la sua carriera. E ha avuto ragione.

Piece by Piece è infatti sì un biopic su Pharrell Williams, ma girato tutto con i Lego. Avete letto bene. Un’idea, su carta, folle, ma invece geniale: proprio come il protagonista, che ha sempre vissuto la musica in modo sinestetico (quando ascolta le note vede colori), unire i mattoncini alle parole e canzoni del musicista crea un’esplosione di energia e originalità. Niente e nessuno sono esclusi dalla trasformazione in Lego: perfino le guest star. E sì, nel film c’è la versione Lego di Snoop Dogg. Anche solo per questo ci troviamo di fronte a uno dei titoli dell’anno.

Si comincia dall’inizio: Morgan Neville, il regista (anche lui nel film sotto forma di omino Lego), intervista Williams, che racconta quando, da bambino, ha ascoltato musica per la prima volta. Il mondo è diventato a colori. Cresciuto a Virginia Beach, ha avuto sempre un rapporto particolare con l’acqua. Tanto che, il primo gruppo musicale, formato con il compagno di scuola Chad Hugo, l’ha chiamato The Neptunes. E in Piece by Piece l’acqua è una presenza costante. Quella del cantautore è una classica storia di “sogno americano” che si è realizzato. E, come vediamo nel film, ne è consapevole. Forse non lo sapete, ma in tutti i grandi successi degli ultimi 25 anni c’è l’impronta di Pharrell Williams. Capace di inventare beat unici e trascinanti, ha contribuito, prodotto e migliorato le canzoni di tutti i più grandi artisti americani. Da Jay-Z a Britney Spears. Ha collaborato con tutti. Ma proprio tutti: Madonna, Beyoncé, Kanye West, Gwen Stefani, Kendrick Lamar: ognuno di loro ha voluto il “tocco Pharrell Williams”. E non solo artisti musicali: anche il celebre jingle di McDonald’s, “I’m lovin’ it”, è suo.

Lo stile di Williams piace perché, come dice lui stesso, è sempre alla ricerca del nuovo. Quando però sei ovunque, tutti vogliono il tuo stile e tu stesso cominci a fare affidamento sul successo delle tue idee, come fai a cambiare sempre? Questa è una delle grandi domande al centro della pellicola di Neville. E, tra pesci e stelle (tra le fonti di ispirazione dell’artista c’è lo scienziato Carl Sagan, astronomo, a dimostrazione dei suoi poliedrici interessi), assistiamo per suoni e immagini a questa costante ricerca personale di un ragazzino di Virginia Beach che ha avuto il coraggio di sognare in grande e provarci, proprio come gli ha detto sua nonna, la prima fan. Sentendolo suonare mentre sbatteva dei cucchiai su delle pentole gli ha suggerito di iscriversi al corso di musica della scuola. Ci ha visto (e sentito) lungo.