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"Diritti & rovesci" è la sezione che il guest director di Torino 2014, Paolo Virzì, si è cucito perfettamente addosso per gettare uno sguardo sul documentario italiano. Linguaggio tennistico a parte in senso più ampio i diritti sembrano essere quelli civili, i rovesci i cambi di fortuna che a volte la vita riserva. Tra i primi è da iscrivere senza ombra di dubbio l'introduzione definitiva della legge sul divorzio grazie a un referendum che negli anni settanta cambiò per sempre il volto della società italiana.
A interessarsi dell'argomento, a quaranta anni esatti dai fatti, è Susanna Nicchiarelli che con il documentario Per tutta la vita ricostruisce quel momento cruciale. Un momento di duro scontro tra diverse fazioni e allo stesso tempo di irripetibile presa di coscienza da parte delle donne. A loro infatti, e alle loro sotterranee lotte in famiglia, che in larga parte si deve il raggiungimento di un diritto oggi scontato.
Nicchiarelli, per calarsi nell'atmosfera del 1974, sceglie una strada che coniuga più livelli di linguaggio e unisce interviste a immagini di repertorio a filmini di famiglia. Nulla di nuovo si direbbe, se non fosse che il materiale sprigiona un calore inaspettato, una forza prorompente, una capacità evocativa davvero inusuali. Cosa rende tutto così prezioso e speciale? Sicuramente il fatto di aver utilizzato i filmini dei suoi genitori che commentano senza apparire le immagini del loro matrimonio e del viaggio di nozze, e che la coppia separata intervistata siano i genitori del montatore Stefano Cravero. Un cortocircuito interno che genera un surplus di emozioni sostenuto dalla sensibilità tutta femminile dell'autrice. Che giustamente riconosce le donne come le vere autrici del cambiamento culturale insito nel risultato del referendum. Mogli, madri, sorelle che dopo aver guardato per secoli al matrimonio come a un mantenimento sicuro, hanno deciso di dire basta e di denunciare che il per tutta la vita può avere senso solo se vissuto in piena libertà.