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Passannante
Correva l'anno 1878 e un giovane cuoco lucano, Giovanni Passannante (Fabio Troiano) attenta alla vita di Umberto I (Marco Bianchi Merisi), Re d'Italia. Arrestato e condannato a morte, verrà graziato e rinchiuso nel carcere di Portoferrario sull'Isola d'Elba. Lì vivrà per anni in condizioni disumane in una cella sotto il livello del mare, fino a quando verrà portato nel manicomio criminale di Montelupo Fiorentino, dove morirà nel 1910. Dopo la morte, cranio e cervello, così come gli scritti, furono esposti al Museo del Crimine di Roma, dove grazie alle teorie di Cesare Lombroso, Passannante rientrava nella categoria dei criminali abituali. Infine tutti i membri della sua famiglia saranno internati a loro volta, mentre il paese da dove proveniva, Salvia, piccolo centro della Basilicata, sarà costretto a mutare il nome in Savoia di Lucania.
Un caso, quello di Giovanni Passannante, dimenticato dalle cronache ufficiali, che tocca i tasti della storia italiana, nell'anno in cui se ne festeggia l'Unità. Coraggioso il regista Sergio Colabona che, alla sua opera prima, prende spunto dalla realtà per creare il tessuto narrativo, alternando la rievocazione storica con l'attualità. Trascinante il personaggio di Ulderico Pesce che nel film, come nella realtà, ha portato avanti la battaglia, poi vinta, insieme al cantante Andrea Satta e al giornalista Alessandro De Feo, nel film Marchitelli (Alberto Gimignani). Una campagna, la loro, protratta per oltre dieci anni al fine di poter seppellire i resti del giovane anarchico nel cimitero del suo paese natio. Pesce, grazie allo spettacolo teatrale su Passannante, che ancora oggi porta in scena, riesce ad alleggerire il racconto di una vicenda dai contorni tristi.
Un film dai toni sociali che fa riflettere su temi come l'abuso di potere, la vendetta, la dignità di sepoltura e il trattamento dei detenuti. Un cinema che riesce ancora a denunciare, seppur tra mille sforzi, il sistema delle ingiustizie attingendo dal passato, con registi che sempre più traghettano dal piccolo al grande schermo.