Nel panorama televisivo, l'originalità cede spesso il passo a temi già noti, ma nonostante Paradise – scuderia Hulu, in arrivo il 28 gennaio su Disney + – si muova su strade già battute, riesce a lasciare un’impronta riconoscibile. La serie, ideata da Dan Fogelman, apprezzato per la sua capacità di raccontare l’emotività attraverso narrazioni mainstream, ruota attorno a un’indagine ad alto rischio che coinvolge un'élite separata dal resto del mondo, un'idea che, per quanto avvincente, non porta con sé particolari novità rispetto a quanto già visto nel genere.

Il protagonista è il tre volte vincitore dell'Emmy Sterling K. Brown (famoso per i suoi ruoli in American Crime Story e This Is Us) che interpreta Xavier Collins, un agente dei Servizi Segreti travolto da un'indagine di omicidio. James Marsden – noto per le sue performance da Westworld a X-Men e The Notebook – è Cal Bradford, ex Presidente degli Stati Uniti. Julianne Nicholson – anche lei vincitrice di un Emmy – è Samantha Redmond, aka “Sinatra”, una multimilionaria che detiene il potere all'interno di Paradise.

Paradise, @TheWaltDisneyCompany
Paradise, @TheWaltDisneyCompany

Paradise, @TheWaltDisneyCompany

Ed è proprio la recitazione il punto di forza della serie. Brown, dà vita a un personaggio tormentato e dà mostra dei proverbiali effetti dell’ira dei giusti. Al lavoro, l’agente Collins è indefesso, sempre pronto a dare il massimo senza mai cedere alla stanchezza. La sua etica personale è inscalfibile: guida ogni sua azione con principi ferrei, che non mette mai in discussione, nemmeno di fronte a tentazioni o pressioni esterne. Marsden, nelle vesti di un giovane Kennedy scanzonato, è la sua perfetta controparte e Nicholson, infine, è una Samantha autoritaria e magnetica, un personaggio che intimidisce con la sua sola presenza e ci fa riflettere sul nesso maternità-mostruosità.

La storyline di Paradise si sviluppa attorno a un evento che scuote le fondamenta di una comunità apparentemente perfetta. L’omicidio al centro della trama non solo ne infrange la calma, ma porta a galla molti segreti: chi controlla chi? Chi stabilisce le regole? E a chi spetta di dover dire la verità?

Paradise, @TheWaltDisneyCompany
Paradise, @TheWaltDisneyCompany

Paradise, @TheWaltDisneyCompany

Parallelamente, la serie affronta diverse questioni: quella della sorveglianza facilitata dalle tecnologie, delle disuguaglianze economiche e sociali, delle utopie fragili, la questione della fiducia nelle autorità e sul senso stesso della verità e, non ultimo, il problema di come affrontare l’emergenza climatica. Da The Truman Show di Peter Weir a Elysium di Neill Blomkamp, passando per i romanzi di Isaac Asimov e Aldous Huxley fino alle recenti Silo (2023, Apple TV) o A Murder at the End of the World (2023, Disney+) non mancano i riferimenti e i precedenti letterari e cinematografici per quei temi da sempre al centro della science fiction, un genere che riflette le ansie, le aspirazioni e le contraddizioni dell’uomo.

La divisione tra chi ha accesso alle risorse e chi viene lasciato indietro, la manipolazione delle informazioni e la polarizzazione dell’opinione pubblica, il collasso climatico, la retorica dietro le “comunità” declinata dai sistemi politici e dalle strategie aziendali fino allo sviluppo urbano e alle riforme istituzionali… Il loro racconto è efficace e urgente fin quando riesce ad adattarsi e a fare da cassa di risonanza alle paure e alle speranze di un’epoca.