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Kristen Wiig e Ricky Martin in Palm Royale
Palm Beach, 1969. Nixon è stato eletto presidente degli Stati Uniti, Neil Armstrong è diventato il primo uomo a sbarcare sulla Luna, mentre il jet set si riunisce nel paradiso della Florida. Qui Maxine Simmons (Kristen Wiig), una signorina nessuno del Tennessee irrompe, arrampicandosi su un muro posteriore, nel prestigioso club di Palm Beach. Maxine farà di tutto per assicurarsi un posto nel tempio della villeggiatura più esclusivo d’America, Palm Royale. Cercherà di fare amicizia con le eleganti socie del circolo, sfoggerà abiti e gioielli che non le appartengono pur di raccogliere qualche invito e la certezza di essere definitivamente ammessa nel bel mondo. Soprattutto cambierà il suo nome in Maxine Dellacorte quando capirà che è il passe-partout per farsi rispettare a Palm Royale. Il marito, Douglas Dellacorte è l’ultimo erede della ricca e potente famiglia che fa capo a Norma Dellacorte, anziana self-made woman temporaneamente in coma che non ha alcuna intenzione di lasciare la sua eredità a Douglas. Maxine quindi dovrà confrontarsi con regole, consuetudini, accordi taciti e segreti compromessi per farsi accettare come una vera regina di Palm Royale. Ma quanto si è disposti a sacrificare per ottenere quello che ha qualcun altro? Fin dove si è disposti ad arrivare pur di integrarsi in una comunità?
Sono gli interrogativi che solleva Palm Royale, la nuova serie di Apple tv che ci riporta nei favolosi anni Sessanta. Liberamente basata sul romanzo Mr. and Mrs. American Pie di Juliet McDaniel, Palm Royale è scritta e diretta da Abe Sylvia, che è anche produttore esecutivo e showrunner. Una period comedy in 10 episodi interpretata dalla candidata agli Emmy e agli Oscar, Kristen Wiig, alla guida di un cast stellare che include le vincitrici dell'Oscar e dell'Emmy, Laura Dern e Allison Janney, un sorprendente Ricky Martin, Josh Lucas, Leslie Bibb, Amber Chardae Robinson, Mindy Cohn, Julia Duffy e Kaia Gerber, il leggendario Bruce Dern e l'iconica e pluripremiata Carol Burnett. Palm Royale si rivela fin da subito un cocktail ben dosato di eleganza, mistero, glamour, ironia e snobismo.
“Tutto ciò che ho sempre voluto è appartenere. Essere qualcuno in questo mondo. Ma c'è un impedimento quando una donna vuole essere qualcuno, e questo è rappresentato da tutti gli altri”. Sono le prime parole con cui si presenta Maxine Simmons mentre fluttua in un mare oscuro in cui è difficile riuscire a vedere la luce. Palm Royale è innanzitutto un racconto di formazione di una giovane donna, americana, benestante, cattolica, bionda e abbronzata, decisa a ritagliarsi il suo posto nell’alta società americana. Originaria di Chattanooga, reginetta di concorsi di bellezza, Maxine inizia a trascorrere giornate in bikini e caftani di seta a bordo piscina sorseggiando Martini e leggendo lo Shiny Sheet, mentre organizza cocktails e party serali. Imita le elegantissime, raffinatissime e ricchissime donne della high society che ricordano icone come CZ Guest, la socialite americana nota come uno dei cigni di Truman Capote. Ma non sarà mai una di loro.
In questo eldorado in cui nessuno lavora, la giornata delle donne vola tra partite a tennis, manicure, bagni di vapore, prove abito e molti gossip. Gli uomini fantasticano di business prodigiosi tra una nuotata e una partita a golf. Nessuna conversazione inizia senza un bicchiere in mano. I bartender, come le estetiste, infatti, conoscono a memoria vezzi e vizi di ogni socio del club. A regnare su Palm Beach, come una ingombrante presenza-assenza, però è Norma Dellacorte, che conosce i segreti di tutti e li usa per ricattare gli ospiti a partecipare al suo atteso ballo di stagione sotto lauto compenso. Perché i party sono il vero business a Palm Royale. E Norma è la personificazione di questo sistema marcio. “A Palm Beach, un segreto è come una pistola carica, non sai mai quando esploderà o chi potrà colpire”.
Di episodio in episodio scopriamo quindi un’intricata rete di relazioni che celano segreti, misfatti e bugie su cui si regge l’ordine di questo mondo artefatto in cui nessuno è chi dice di essere. Le signore di Palm Royale si fingono amiche ma si rubano abiti e amanti a vicenda nel costante tentativo di brillare più delle altre. Al club di celebrities e socialites si contrappone poi il circolo di femministe e hippy, guidate da Linda (Laura Dern), che si battono per l’emancipazione femminile, una società più inclusiva e la fine della guerra in Vietnam. Le idee all’epoca rivoluzionarie di Linda non sembrano scalfire però Maxine, profondamente imbevuta della cultura occidentale dell’epoca da non riuscire a scorgere nella esasperata sacralità del matrimonio, nell’assoggettamento al marito e nella centralità della vita domestica i capisaldi del sistema patriarcale. Ma sono gli anni Sessanta e anche i circoli più chiusi iniziano ad aprirsi al vento del cambiamento.
Se una parte della società vuole mantenere lo status quo, un’altra parte si fa portavoce di nuove istanze, quelle delle donne, degli afroamericani, degli omosessuali. Nel mondo fittizio e patinato di Norma Dellacorte, quindi Abe Sylvia lascia entrare la storia di quel decennio di grandi trasformazioni, dal boom economico alla rivoluzione sessuale. Respiriamo l’aria frizzante di quell’epoca d’oro in cui tutti avevano l’impressione di poter conquistare il mondo e realizzare il proprio american dream. Capelli cotonati, sguardi allungati dall’eyeliner sotto maxi occhiali da diva, brindisi con Grasshopper, Rolls Royce e interni rétro contribuiscono a ricreare l’ambientazione di quei mitici anni ’60 in America.
I costumi da sogno di Alix Friedberg, dalle camicie da notte in tulle di Maxine alle scintillanti mises delle signore, fanno ripensare alle dive del tempo, da Raquel Welch a Twiggy. Poi piume, collier di pietre preziose, salotti stracolmi di velluti, ori e stucchi, aperitivi con ostriche e champagne riempiono le inquadrature di un lusso sfrenato. Sulle note jazz e soul di Peggy Lee, Ann-Margret e The Andrew Sisters, il creatore Abe Sylvia sembra così ridar vita agli scatti di Slim Aarons, il fotografo del jet set, in un dramedy dall'estetica patinata sulle lotte sociali e di classe a bordo piscina. Palm Royale è una festa per gli occhi.