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81 anni lui, quasi 80 lei, Robert Redford e Jane Fonda si ritrovano fianco a fianco sullo schermo nel nuovo film di Ritesh Batra (Lunchbox), prodotto da Netflix e ospitato da Venezia 74 Fuori Concorso in occasione della consegna del Leone d'Oro alla Carriera ai due grandi attori statunitensi.
Ed è un film, Our Souls at Night, che pur essendo tratto dal romanzo di Kent Haruf, sembra essere stato scritto pensando solamente a loro. Vicini di casa da molti anni, conoscenti ma non per questo intimi, Addie Moore e Louis Waters sono entrambi vedovi e conducono la propria tranquilla, monotona esistenza, in una piccola cittadina del Colorado, dove tutti conoscono tutti.
"Perché non proviamo a dormire insieme, solo per farci compagnia e addormentarci dopo aver parlato un po'?": è questa la singolare, improvvisa proposta che Addie farà a Louis. Il quale, dopo averci pensato un po', accetta. E sarà così che, ogni sera, nella penombra della notte, i due riporteranno alla luce storie del proprio passato rimaste a lungo sepolte, liberandosi in un certo modo da alcuni sensi di colpa e riscoprendo quanto l'amore, seppure in tarda età, possa rendere migliore la vita.
Riesce a coinvolgere ed emozionare come i migliori classici del genere, Our Souls at Night: vuoi per la classe intramontabile di due icone immortali, vuoi per la semplicità con cui Batra - dapprima assecondando anche sul piano narrativo e strutturale quel profondo senso di imbarazzo che avvolge la partenza del racconto - conduce per mano, senza intromettersi mai, i suoi due protagonisti, vuoi per i risvolti "secondari" che scaturiscono da questo incontro (splendido l'arrivo del nipotino di lei, bimbo di sette anni che grazie ai due "vecchietti" riscopre il gusto del gioco, e della vita, sopito a causa del matrimonio fallito dei due genitori), il film regala momenti di autenticità e umana tenerezza che, in tempi come questi, sono più di un semplice toccasana. Applausi.