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Ostaggi di Eleonora Ivone
Dal teatro al cinema, anzi in questo caso sarebbe più appropriato dire su Sky Cinema Primafila, arriva l’opera prima di Eleonora Ivone dal titolo Ostaggi.
Tratta dall’omonima pièce teatrale di Angelo Longoni e scritta dalla regista insieme allo stesso Longoni, questa black comedy vede protagonista un improvvisato rapinatore (Gianmarco Tognazzi) che, per scappare dalla polizia, si rintana in una panetteria. Il panettiere (Francesco Pannofino) e gli avventori della bottega saranno i suoi ostaggi: un’ex infermiera ora prostituta (Vanessa Incontrada), una pensionata cardiopatica (Elena Cotta) e un extracomunitario siriano (Jonis Bascir). Dall’altra parte della saracinesca abbassata del negozio una schiera di poliziotti pronti a sparare: c’è chi, come il commissario (Alessandro Haber), non vede l’ora di dare l’ordine di premere il grilletto e chi, invece, come la negoziatrice, la psicologa criminale (interpretata dalla stessa regista), è più propensa ad aspettare e a trattare.
Nata con l’intento di far riflettere, “una commedia sociale” la definisce lo stesso Longoni, in realtà non è esattamente questo l’effetto che ottiene. Il disagio sociale dei personaggi, nonché il loro rapporto con le istituzioni, da un lato l’anima gentile dello Stato (la negoziatrice Ivone) e dall’altro quella più aggressiva (il commissario Haber), passano in secondo piano mentre emerge il paradosso e la comicità. Come dire poco tragico, ma molto comico. Questo però non è affatto un male perché comunque si ride (e non è poco).
L’italianizzazione della sindrome di Stoccolma (fenomeno con il quale viene indicata la situazione paradossale in cui la vittima avverte un sentimento di simpatia, empatia, fiducia verso il suo aguzzino. Sindrome sulla quale è stato fatto anche un film: Rapina a Stoccolma con Ethan Hawke) alla fine funziona. Ad uscirne vincenti sono, senza dubbio, le figure femminili: Elena Cotta nei panni di un’anziana signora che ha grinta da vendere; Eleonora Ivone, nel ruolo di una negoziatrice determinata nel non usare la violenza; Vanessa Incontrada, nei panni di una prostituta che bacchetta tutti e davvero esilarante nel dare consigli al rapinatore (spesso cinematografici: da “In tutti i film c’è sempre un ostaggio che viene ucciso per primo” alla battuta “Baciami, voglio che mi si baci sulla bocca quando mi si fotte” di Quel pomeriggio di un giorno da cani con Al Pacino) su come proseguire la trattativa con la polizia.
Nel film anche le musiche di Niccolò Agliardi, reduce dal Golden Globe e dalla nomination agli Oscar. Il cantautore milanese ha curato la colonna sonora e cantato la canzone finale.