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One Direction: This is us 3D
Persino Martin Scorsese ha chiesto udienza privata alla boyband inglese: il regista Premio Oscar è, infatti, una delle star accolte nel backstage del quintetto britannico, come racconta One Direction: This is us. Il comico Chris Rock ha chiesto una foto-ricordo, Ronaldo ci ha giocato insieme in una partita di calcio amichevole e la stampa mondiale si lancia in paragoni con la Beatlesmania. Ecco come i cinque protagonisti (Niall Horan, Zayn Malik, Liam Payne, Harry Styles e Louis Tomlinson) da sconosciuti cantanti di provincia - scartati singolarmente ai provini di X-Factor UK ma messi insieme dal giudice del talent show Simon Cowell - si sono trasformati in star mondiali.
La pellicola evita quasi sempre i toni intimisti (presenti in operazioni simili, come Justin Bieber: Never say never) e quelli drammatici (toccati, ad esempio, in Katy Perry: Part of me) non volendo essere un documentario (lo diventa involontariamente, invece, Glee: The 3D Concert Movie). Il tentativo, perfettamente riuscito, è quello di descrivere con leggerezza l'inizio di un'esperienza travolgente. I dialoghi diventano marginali perché è il ritmo travolgente delle hit a dominare la scena, incorniciato dall'isteria e dal pandemonio dei fan (i due termini usati nel film proprio dagli addetti ai lavori per definire il fenomeno). Le immagini dei concerti conquistano lo spazio maggiore, dalla 02 Arena di Londra al Madison Square Garden di New York, passando per il Giappone e il Messico fino a toccare l'Arena di Verona. Il crescendo di adrenalina, descritto con inaspettata autoironia da un neuroscenziato in una delle sequenze, si alterna ai siparietti del dietro le quinte degli spettacoli.
Niall, Zayn, Liam, Harry e Louis non amano la definizione di celebrity e detestano essere etichettati come “famosi”: si considerano un gruppo di teenager talmente fortunati da guadagnarsi da vivere cantando. L'entourage li definisce affettuosamente “cinque teppisti” perché è complicato metterli in riga mentre sfrecciano sullo skateboard dietro il palco o giocano tenendo in equilibrio le tazzine sulla testa. Da bambino Liam sognava di fare il pompiere mentre Harry da ragazzo lavorava in un fornaio: nessuno di loro avrebbero mai immaginato l'esibizione alle Olimpiadi o l'incontro con la Regina Elisabetta. Questi due momenti della carriera non sono stati inseriti nel film, a dimostrazione del fatto che This is us non vuole essere una pomposa celebrazione ma un viaggio divertente.
Il pubblico scopre alcune curiosità sulla boyband, dall'incapacità montare una tenda da campeggio alla passione per la pesca o i graffiti ma soprattutto condivide le emozioni spensierate di questi ragazzi, capaci di bloccare il centro di Amsterdam durante un giro di shopping e al tempo stesso di dormire sul pavimento per la stanchezza post-concerto.
Non esiste per loro una vita lontano dai riflettori: dal 2010 hanno girato il mondo senza fermarsi. Si chiedono se diventeranno meteore a stretto giro o se saranno amati per le persone che sono (e non per i personaggi che il reality ha creato), ma non importa poi tanto. Per ora si godono il giro sulla giostra dello showbusiness senza eccessi tormenti e invitano i fan a salire a bordo. Il prezzo del biglietto per lo spettacolo cinematografico da oltre un'ora e mezza vale decisamente la pena.
Fotografia patinata, regia scrupolosa, montaggio da videoclip ed effetti speciali mirati, oltre alla colonna sonora firmata 1D, creano un prodotto impeccabile dal punto di vista tecnico. Il racconto, che entra subito nel vivo grazie ai toni spensierati della band, non ha solo ritmo ma anche un'anima. Ed è pop.