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E' un tributo al genere polar francese l'opera prima di Michela Cescon. Protagonisti di questo film sono due grandi Occhi blu (questo il titolo). E gli occhi sono quelli di un'intensa Valeria Golino.
Presentato al Taormina Film Festival il film è totalmente d'atmosfera. Dialoghi ridotti all'osso, una moto che sfreccia tra le strade di Roma, e pochi personaggi. A parte la già citata Golino, qui nei panni di una misteriosa motociclista-rapinatrice, vi sono un uomo francese (Jean-Hugues Anglade), un commissario (Ivano De Matteo) e un giovane meccanico (Matteo Olivetti).
La storia è solo accennata. Molto è lasciato all'immaginazione dello spettatore in questo film fatto di spazi e di visioni. E sono proprio gli spazi di una Roma inedita quelli che colpiscono di più. Grazie anche al Cinemascope, un formato largo, tipico del genere, che dona profondità all'immagine e obbliga lo spettatore alla scelta dei punti di vista, ammiriamo il Colosseo, Piramide, Testaccio e i muraglioni del Tevere, ma anche tanti luoghi poco conosciuti (come il Mandrione) e più moderni della città: ponti, strade, binari, tangenziali. Discostandosi dalla solita immagine patinata e da cartolina della città eterna la Cescon ce ne restituisce un'altra fatta di suggestioni, più metropolitana e più fumosa, per certi versi più meneghina o anche parigina. D'altronde come dice uno dei personaggi: "Le grandi città sono tutte uguali".
Seguendo gli sguardi e ascoltando i silenzi veniamo piano piano avvolti nel mondo evocato da questi Occhi blu. Un mondo che è anche in qualche modo un omaggio alla città di Roma (nel film la strofa di una canzone: "Se non conosci Roma non puoi capì che Roma è una magia"). Un gran bell'esordio per un'attrice come Michela Cescon che ha già lasciato il segno grazie alle sue interpretazioni nel cinema e nel teatro.