PHOTO
Non dire niente - Copyright 2024, FX. All rights reserved.
Belfast, dicembre 1972. Jean McConville, madre single di dieci figli viene rapita a casa sua con l’accusa di spionaggio per l'esercito britannico. La donna fu ritrovata morta solo nel 2003. Il caso di cronaca nera apre la serie che ripercorre i momenti più bui dei Troubles, il conflitto nordirlandese che durò all'incirca dal 1968 al 1998, attraverso le storie di due sorelle, Dolours e Marian Price.
Non dire niente è la nuova serie targata FX, disponibile in Italia su Disney+, creata da Joshua Zetumer e diretta da Michael Lennox, basata sull'omonimo romanzo di Patrick Radden Keefe che si è recentemente classificato al numero 19 della classifica dei 100 migliori libri del 21o secolo secondo il New York Times.
Incentrata sulla storia di diversi membri dell’Irish Republican Army (IRA), Non dire niente esplora i limiti fino a cui alcune persone sono disposte a spingersi in nome delle proprie convinzioni, il modo in cui una società profondamente divisa può improvvisamente esplodere in un conflitto armato, l'ombra lunga della violenza radicale sulle persone colpite, i costi emotivi e psicologici dell’omertà.
Il libro, per cui l'autore, originario del Massachusetts, ha trascorso anni ad intervistare più di 100 persone a Belfast e dintorni, racconta, attraverso gli occhi di due donne complesse, intime storie di famiglia parallelamente a strazianti casi di violenza e tradimento.
La serie tv, pur muovendosi in una direzione propria, mantiene lo spirito del libro. Attraverso lo sguardo di Dolours e Marian Price riviviamo gli anni più cruenti degli scontri tra la comunità cattolica e i protestanti dell’Ulster nell’Irlanda del nord. In particolare è Dolours Price, ormai anziana, a raccontare la sua vita in una lunga intervista per il Belfast Project. L’ex militante dell’IRA decide, in un gesto catartico, di rivelare nomi, crimini e segreti dell’organizzazione a una sola condizione: l’intervista deve essere resa pubblica soltanto alla sua morte. L’immagine di Dolours Price, segnata dal tempo e dalla vita, seduta davanti al giornalista del Belfast Project, fa da cornice alla serie che cerca di farci capire cosa vuol dire vivere la propria giovinezza negli anni del conflitto nordirlandese. Zetumer cerca di trasmettere l'energia dei giovani militanti che si battono per una causa e credono che la violenza sia l’unico modo per cambiare il mondo.
All’intervista a Dolours anziana si intervallano quindi continui flashback nel passato delle sorelle Price, cresciute in una famiglia di orgogliosi ex membri dell’IRA, con un padre che insegna come fabbricare esplosivi e una madre che istruisce le figlie su come sostenere gli uomini in guerra. Ma le sorelle Price non si accontentano di svolgere i compiti riservati alle donne, loro vogliono fare quello che fanno gli uomini, ovvero partecipare attivamente alla lotta armata. Dolours e Marian, infatti, nel 1971 entrano a far parte di un gruppo d'élite dell'IRA chiamato “The Unknowns”, incaricato di varie attività segrete, tra cui quella di trasportare presunti traditori oltre il confine, nella Repubblica d'Irlanda, dove venivano fatti “sparire”. Alcuni dei cosiddetti “disappeared”, scomparsi, come Jean McConville, sono stati ritrovati, altri si cercano ancora. Insoddisfatta del ruolo marginale che ha nell’organizzazione, Dolours poi progetta un’azione più ambiziosa: l’attentato all’Old Bailey di Londra dell'8 marzo 1973. Le sorelle vengono quindi condannate all’ergastolo, ma scontano solo 7 anni in carcere e vengono poi liberate per motivi umanitari. Alla fine degli anni Novanta, le sorelle Price assistono con disgusto all’evoluzione di Gerry Adams, da capo dell’IRA a leader del Sinn Féin e uno degli artefici del processo di pace nordirlandese, sancito nel 1998 dall’accordo del Venerdì Santo.
Un tradimento, secondo gli ex militanti dell’IRA, a cui viene imposto il silenzio. Ma Dolours Price non riesce a tacere gli oltre 3500 morti dei Troubles, la sofferenza vissuta in quegli anni dalla sua famiglia, i sacrifici da militante che ai suoi occhi non sembrano essere serviti a nulla. Fiera di aver preso parte alla storia, Dolours però, in età matura, mette in discussione alcune azioni del passato che l’hanno traumatizzata e continuano a tormentarla. “Per tutta la vita ho pensato che unirmi all'IRA fosse la cosa più nobile che una persona potesse fare”, dice all'inizio della serie. “Ti veniva insegnato che stavi combattendo in nome del popolo, che l'intera comunità ti sosteneva”.
Con sguardo lucido, il creatore della serie, quindi, non intende giudicare Dolours, ma raccontare la sua passione per la causa, la sua idea di giustizia e la brutalità dei suoi metodi in quel preciso contesto storico, senza tralasciare i suoi finali ripensamenti.
Attraverso la storia di Dolours Price, la serie dunque porta a riflettere sull’eredità dei Troubles nell’Irlanda di oggi. Non dire niente è una rappresentazione rigorosa e realistica della Belfast tra gli anni ’60 e ‘90. Merito di un brillante cast di attori prevalentemente irlandesi, molti dei quali nordirlandesi, che include: Lola Petticrew (Dolours Price da giovane) e Maxine Peake (Dolours Price da anziana), Hazel Doupe (Marian Price), Anthony Boyle (Brendan Hughes) nel ruolo di Dark, stratega militare e braccio destro di Gerry Adams da giovane, interpretato da Josh Finan.
Il creatore Joshua Zetumer, con l’aiuto di Patrick Radden Keefe, autore del libro e produttore esecutivo della serie, inoltre si è assicurato una writers' room di nativi irlandesi, tra cui il creatore di The Woman in the Wall, Joe Murtagh, e un regista come Michael Lennox, noto per aver diretto la serie tv Derry Girls. La lunga ricerca e la cura dei dettagli hanno permesso poi di ricreare gli ambienti dell’epoca che probabilmente agli irlandesi faranno tornare in mente le case dei nonni. Il suono delle cornamuse si leva su verdi brughiere immerse nella nebbia, il gaelico diventa un grido di appartenenza. Say Nothing è una voce coraggiosa che squarcia il silenzio sui crimini di guerra durante i Troubles.