Ci sono, almeno, tre cose interessanti in No Other Land, pluripremiato e valente documentario realizzato dai giovani attivisti palestinesi e israeliani Basel Adra, Hamdan Ballal, Yuval Abraham e Rachel Szor.

La prima: l’assoluta non resistenza, la palese fragilità, financo la caducità delle case palestinesi abbattute dall’esercito israeliano, aizzato dai coloni.

La seconda: il simil-camuffamento dei coloni, che piombano sulla scena – del delitto, da loro impunemente perpetrato – con il volto coperto, persino da kefiah, e la fionda in mano.

La terza: l’incongruità, se non incredulità, del sodalizio tra il palestinese Basel, che per oltre un lustro film la distruzione della sua comunità di Masafer Yatta, e l’israeliano Yuval: com’è – vi chiederete di fronte alla devastazione inflitta a più riprese dagli israeliani – che siffatta amicizia possa preservarsi e alimentarsi, com’è possibile? C’è del dolo, un disegno infernale – occupare bonariamente e solidaristicamente il campo avverso, perché l’opposizione noi (israeliani) e loro (palestinesi) non sia esaustiva, e dunque più eticamente e politicamente sanzionabile? – nello stare dalla parte delle vittime dell’israeliano Yuval? Già, tocca sospendere l’incredulità.

Tre cose avevamo detto, ma ne aggiungiamo una quarta: che acerrima, terribile differenza esiste tra libertà e “liberarsi di”.

Presentato in anteprima mondiale al 74esimo Festival di Berlino, dove ha vinto il premio per il Miglior Documentario e quello del Pubblico nella sezione Panorama, laureato in mezzo mondo (miglior documentario agli EFA – European Film Awards 2024), inserito in short list per i prossimi Oscar, racconta, giorno dopo giorno e violenza dopo violenza, la distruzione della piccola comunità rurale di Masafer Yatta, in Cisgiordania, da parte dell’esercito israeliano: Basel documenta il più grande atto singolo di sfollamento in Cisgiordania, perfezionando un atto di resistenza creativa all'apartheid e un anelito di uguaglianza e giustizia.

Stiamo realizzando questo film insieme, come gruppo di attivisti e registi palestinesi e israeliani, perché vogliamo fermare l'espulsione in corso della comunità di Masafer Yatta e resistere alla realtà di apartheid in cui siamo nati - da lati opposti e disuguali. La realtà intorno a noi sta diventando ogni giorno più spaventosa, violenta e oppressiva, e siamo molto deboli di fronte a essa. Possiamo solo gridare qualcosa di radicalmente diverso, questo film - che è una proposta per un modo alternativo in cui israeliani e palestinesi possono vivere in questa terra non come oppressore e oppresso, ma in piena uguaglianza”, affermano Basel Adra e Yuval Abraham.

“Un israeliano e un palestinese. Una storia di amicizia e resistenza sotto occupazione”, recita la logline, e forse possiamo credere a questa insolita, financo incredibile, alleanza: il dovere dei diritti, la possibilità di un’isola nella disperazione, del futuro nella barbarie istituzionalizzata del presente, ché non c’è altra terra. E non c’è altro uomo. No Other Land.