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Alla fine degli anni Venti, Erich Maria Remarque era già attuale, moderno. Scriveva: “Esclusi ormai dall’attività, dal lavoro, dal progresso, non crediamo più a nulla. Crediamo alla guerra”. Era il manifesto di una generazione dilaniata, “cancellata” dal primo conflitto mondiale. Il libro s’intitolava Niente di nuovo sul fronte occidentale, ormai un caposaldo della letteratura europea e non solo, che proietta il lettore al fronte, in prima linea, fra le trincee.
In seguito Remarque avrebbe pubblicato Tempo di vivere, tempo di morire, riflettendo sugli orrori con cui ogni reduce deve coesistere. Niente di nuovo sul fronte occidentale è il romanzo pacifista per eccellenza, che al cinema è arrivato con grande favore popolare nel 1930: la versione per il grande schermo firmata da Lewis Milestone, All’ovest niente di nuovo. Poi nel 1979 Delbert Mann l’ha portato in televisione, a colori.
Oggi ci pensa Netflix, che ne realizza l’adattamento più imponente. L’immersione è totale, si respira la polvere da sparo, si affonda nel fango. Niente di nuovo sul fronte occidentale è realizzato come un’esperienza sensoriale, fatta di lacrime e sangue, grida e gioventù spezzate. Resta l’animo pacifista, la condanna alla violenza, ma l’adattamento è abbastanza libero rispetto al libro.
Si pone soprattutto l’accento sulle dinamiche politiche. I generali si interrogano sulla “freschezza” dei cornetti prima di un incontro per l’armistizio, mentre sul campo di battaglia regna la brutalità. Il regista Edward Berger dimostra di aver studiato il genere. Si discosta dai virtuosismi di 1917 di Sam Mendes, ma evoca la follia dei comandanti di Orizzonti di gloria. Ancora una volta non esistono vincitori, ma solo vinti.
L’epica cede il passo alla tragedia, il massacro è il vero protagonista. Il war movie si conferma inossidabile, rielabora la realtà, rimandando a invasioni ancora in corso a non molti chilometri di distanza. Così il passato si specchia nel presente. A dominare è l’illusione di un mondo diverso, la presunzione folle che attraverso le armi si possa raggiungere una pace duratura e il benessere dell’anima.
Uomini contro, ieri come oggi, in un film che nella forma è l’opposto di Torneranno i prati di Olmi. Qui nulla è astratto o tratteggiato, tutto è concreto, tangibile e disperato. Niente di nuovo sul fronte occidentale è stato scelto per rappresentare la Germania ai prossimi Oscar.