17 anni, orfana di madre e con il padre carcerato, Nevia dorme nel lettone con la sorellina Enza e la nonna Nanà.

L’altra stanza è affittata ad una giovane prostituta. E quando per incrementare gli affari Nanà (che già custodisce i traffici di un contrabbandiere e del figlio di lui) organizza a casa gli incontri dell’affittuaria, le ragazzine vanno a dormire dalla zia Lucia. Che poi non è una zia nel vero senso della parola, ma quanto di più prossimo ad un affetto che resta a quelle due creature.

Lo scenario è quello del campo container di Ponticelli, a Napoli, lo spunto autobiografico: Nunzia De Stefano esordisce alla regia con questo coming of age nel degrado e porta sullo schermo l’esperienza ambientale vissuta in prima persona quando, all’indomani del terremoto del 1980, lei bambina e la sua famiglia trascorsero dieci anni in quelle “case” di fortuna. In attesa di una casa popolare che poi non arrivò mai.

Il film, prodotto da Matteo Garrone (ex marito della De Stefano), come da titolo è incentrato sulla figura della quasi maggiorenne Nevia (la deb Virginia Apicella), diventata grande prima ancora di essere stata bambina.

Stile asciutto e volontà anti-retorica, il film segue senza affanni e senza particolari guizzi il percorso cruciale di questa ragazza, bella ma decisa quasi a reprimere lo sbocciare della sua femminilità, tanto caparbia quanto ribelle. Ribellione mossa dalla convinzione che una possibilità di evasione da quel futuro segnato, dopotutto, deve pur esserci.

Nevia
Nevia
Nevia
Nevia

Sarà l’arrivo di un circo a offrirle questa chance insperata. La cura quotidiana degli animali, un contesto “familiare” meno disfunzionale, uno spiraglio che si apre.

Onesto nel cercare di non scivolare mai nel sensazionalistico, e tutto sommato sincero nel tentativo di inquadrare questa realtà totalmente al femminile (le figure maschili incarnano lo status quo malsano da cui provare ad affrancarsi, dal padre lestofante – assente anche a livello diegetico – ai due malfattori Peppe e il figlio Salvatore, quest’ultimo deciso a tutto pur di conquistare il cuore della ragazza), Nevia non aggiunge però molto di più al già nutrito filone del nostro “cinema di periferia”.

Resta comunque il primo passo verso la ricerca di un sorriso più pieno. Come quello della protagonista, intenso e bellissimo.