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Ettore Majorana, chi era costui? La scomparsa del geniale fisico teorico siciliano, avvenuta il 26 marzo 1938 a bordo della nave che da Palermo faceva rotta verso Napoli, è ormai entrata a far parte dei grandi misteri italiani. Il doc di Egidio Eronico, in anteprima al festival Visioni dal Mondo di Milano, prova a tirare le fila sulle ricerche che, nel corso dei decenni, hanno tentato di sciogliere il mistero sulla sparizione del trentunenne scienziato che Enrico Fermi considerava paragonabile al genio di Galileo e di Newton.
Suddiviso in una prima parte biografica che ripercorre la breve esistenza terrena di Majorana, almeno quella conosciuta, dall’infanzia catanese che lo vede già enfant prodige per le straordinarie doti intellettuali, sino all’approdo in quello che verrà poi conosciuto come il gruppo dei ragazzi di Via Panisperna a Roma - il rinomato dipartimento di Fisica dell’università di Roma sorto negli anni trenta, - il documentario vira poi decisamente verso il ritratto-inchiesta. La ricostruzione del carattere ombroso e tormentato del grande fisico si alterna così alla girandola di congetture formulate sulla sua sparizione, tra ipotesi di suicidio e di rapimento, facendo leva sui quantomeno ambigui buchi dell’indagine condotta allora dalla polizia del regime fascista, sino alle più recenti (e fantasiose) teorie che hanno voluto Majorana esule in Argentina per i suoi presunti legami con il Nazismo.
La verità, come nel più nichilista dei gialli o in un romanzo gaddiano, è inattingibile. Il celebre libro dedicato al caso da Leonardo Sciascia, nel 1975, tende infine a instillare nella personalità enigmatica del grande scienziato una qualità profetica che lo avrebbe condotto a intuire i catastrofici esiti delle ricerche sull’atomo; conscio della propria responsabilità nell’avanzamento di tali studi, Majorana avrebbe optato infine per la fuga dal mondo e il rifugio in un convento. Il bel doc di Eronico, intenso e conciso, ci lascia senza risposte dinanzi all’immagine sfocata di un genio sfuggente, ma la correda di suggestive sequenze d’animazione nello sforzo estremo di immaginare l’inimmaginabile - i momenti culminanti in cui Majorana “decide” di scomparire - e di dare pertanto un risarcimento iconografico al nostro, bruciante, desiderio di sapere.