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Provando ad uscire dal film corale, alla Perfetti sconosciuti, la commedia italiana riduce gli orizzonti e si concentra su una coppia. In Nemiche per la pelle ci sono due protagoniste, Lucia e Fabiola. Aprono la storia separatamente finchè un avvocato un po’ intimidito non riesce a farle sedere intorno ad un tavolo. C’è un uomo appena morto, Paolo, già sposato con entrambe in passato: proprio lui ha lasciato in eredità un bambino di sette anni avuto da una terza donna in occasione di un viaggio in Cina. E ora a loro tocca il compito di educarlo e crescerlo.
Su queste premesse si sviluppa il copione che punta forte, manco a dirlo, sulle differenze caratteriali delle protagoniste. Fabiola è un prototipo di donna aggressiva, arrivista e provocatoria. Manager in carriera, solitaria e anaffettiva al punto giusto. Lucia è introversa, animalista ed ecologista convinta, dedita alle cose semplici e modeste. Due facce della stessa medaglia, due mondi diversi che entrano in contatto tra loro senza volerlo e senza accorgersene si usano reciprocamente per combattersi ma poi a poco a poco per capirsi meglio e migliorare. Va detto che il copione è ben scritto, che gli spazi per la vivace dialettica tra le protagoniste sono organizzati con metodo e cura. Resta l’impressione di fondo che ci sia un qualcosa di prevedibile e di già scritto nell’avanzare della vicenda, un odore di replica in un confronto che diventa sempre più smorzato e si prepara ad un finale ovvio e destinato a soddisfare altre attese.
Lucia /Buy e Fabiola /Gerini, avendo a diposizione momenti ampi finiscono per dominare in lungo e in largo e per smussare anche gli angoli più spigolosi della commedia. Facendo intuire di poter essere quella grande coppia che talvolta – come ha detto Lucini in conferenza stampa- la commedia si diverte a creare . E dentro la quale, mentre ci si diverte, si possono suggerire problemi più seri, quali quello della cura che due donne decidono di offrire ad un bambino,anche se il giudice (la giudice) l’ha affidato ad una sola. Una commedia in sintonia con i tempi che viviamo e che Lucini, già regista di Tre metri sopra il cielo, Amore bugie e calcetto, Solo un padre e altri, governa e dirige con sicurezza e ottima disponibilità narrativa.