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Pierluigi Gigante in Nata per te (Foto di Gianni Fiorito)
La storia è vera. Ed è davvero unica. Si tratta del primo uomo single che è riuscito ad adottare una bambina in Italia. Tutto questo è avvenuto sei anni fa ed è stato possibile grazie all’articolo 44 di una legge del 1983, una legge all’avanguardia, che prevedeva che un bambino disabile, in questo caso una neonata affetta dalla sindrome di down, potesse essere affidato a un genitore single.
Lui si chiama Luca Trapanese, oggi è assessore alle politiche sociali del comune di Napoli, e la sua bambina Alba. Il percorso non è stato semplice, ma “un pezzo alla volta fino a Marte” Trapanese insieme alla sua avvocata hanno vinto questa battaglia al tribunale di Napoli approfittando di una legge ambigua in materia, trasformando un affido in adozione e rendendo un diritto uguale per tutti.
Tratta dall’omonimo libro di Trapanese, scritto insieme a Luca Mercadante ed edito da Einaudi, e diretta dal regista Fabio Mollo, Nata per te è dunque una storia di coraggio che vede protagonista Pierluigi Gigante, nel ruolo di Trapanese, un uomo single, gay, cattolico con un fortissimo desiderio di paternità. Al suo fianco una serie di bravissime attrici: Barbora Bobulova, nel ruolo di una giudice minorile che deve applicare sui casi di oggi leggi che sono si quarant’anni fa, Teresa Saponangelo, nei panni dell’agguerrita avvocata che combatte al fianco di Trapanese, Antonia Truppo, ovvero l’infermiera che accudisce Alba nell’ospedale dove la piccola è stata abbandonata e Iaia Forte (la madre di Trapanese).
Lo stile è assai convenzionale. La tematica legale e normativa, il dibattito sulle adozioni per le persone single, ma anche le discriminazioni tra bambini normali e bambini disabili, tra eterosessuali e gay, nonché una legge ferma al 1983 che di fatto esclude single e coppie omosessuali da affidi e altro, fa più da cornice che da protagonista rimanendo un po’ sullo sfondo. Spiccano, come già detto, le interpretazioni femminili.
Nata per te è più che un film di denuncia, un film intimo. Allo stesso tempo più che un film politico, di riflessione su potenziali famiglie arcobaleno, questioni più che mai attuali suggerite dalla tematica, è un film sul cambiamento e sul diritto che involve ed evolve in una stretta correlazione con esso. Ma soprattutto questo è un film sull’amore che non ha confini.