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Nat e il segreto di Eleonora
Come in Miyazaki, il piccolo protagonista di Nat e il segreto di Eleonora varca un confine (la porta proibita della biblioteca) per entrare nel mondo dei sogni e dell'irrealtà. Dopo aver ereditato dalla zia Eleonora una straordinaria biblioteca con l'incarico di proteggere il mondo delle fiabe, Nat cercherà di salvare i personaggi in via di scolorimento, minacciati dal rigattiere “ramazzatutto” che vuole vendere i libri.
A differenza dei film catastrofici dove gli uomini lottano per non sparire dalla faccia della terra, stavolta sono Cappuccetto rosso, Alice e Bianconiglio, l'Orco e Pinocchio a rischiare l'estinzione: questa animazione si rivela, dunque, un elogio della lettura e delle favole, della fantasia e dell'immaginazione, perché "gli uomini - ci ricorda zia Eleonora - non possono vivere senza sogni".
Presentato in concorso al Festival del cinema di Roma 2009 (sezione Alice nella città), frutto della collaborazione tra l'italiana Lanterna Magica (produttrice de La gabbianella e il gatto) e delle francesi Gaumont-Alphanim e La Fabrique, Nat e il segreto di Eleonora si discosta dal panorama generale, dominato dalle megaproduzioni Pixar e Dreamworks. E' originale come originali sono i libri della biblioteca, rarissime edizioni antiche: nonostante qualche momento di stanca, il film ci delizia con alcune meravigliose sequenze, capaci di restituire ad adulti e bambini tutto il fascino del 2D. Un piccolo gioiellino che incanta per semplicità e stile retrò, cogliendo la malinconica magia dell'acquarello (la fotografia è di Rebecca Dautremer, grafica e illustratrice di libri per bambini). La regista Dominique Monféry era già stata nominata agli Oscar nel 2004 con il corto d'animazione Destino, mentre le scenografie sono di Marco Martis, già al lavoro in Corto Maltese e ne La gabbianella e il gatto.