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Mostri contro alieni
La fantascienza Usa insegna: nulla di buono è mai venuto dallo spazio. Meteoriti e feroci extraterrestri hanno fatto a turno per rovinare il quieto vivere dei cittadini americani. Ma che succede quando sul suolo della superpotenza piombano entrambi? La risposta è Mostri contro alieni, dove la mite e minuta Susan Murphy - dopo l'impatto con un grosso asteroide - si trasforma in un gigante di 15 metri. Prelevata in fretta e furia dai militari (capitanati dal cazzuto generale Monger), la ragazza viene rinchiusa in un hangar segreto con altre cinque mostruose creature: il professor Scarafaggio, una blatta umanizzata di memoria cronenberghiana; Anello Mancante, una specie di Mostro della Laguna narciso e pasticcione; B.O.B. (ovviamente il Blob senza la "l"), una massa gelatinosa capace di coprire tutto; e Insettosauro, una larva enorme dallo sguardo inebetito. Tutti insieme appassionatamente per fronteggiare un'invasione aliena, salvare il pianeta e conquistare il rispetto degli uomini. Nuova animazione, vecchia ricetta. La Dreamworks non cambia: cinque personaggi in cerca di onore, l'azzardo di un pioniere (Katzenberg e il 3D) e l'affidabilità di una storia antica.
Accattivante nella definizione - caratteriale e iconografica - dei suoi protagonisti (una spanna sopra tutti B.O.B. e il tenero Insettosauro); d'impatto sotto il profilo tecnologico; scaltra perché riesce a divertire il pubblico senza inventarsi nulla di nuovo. La favola che Mostri contro alieni ci racconta - il riscatto dei diversi - è quella dei vari Kung Fu Panda, Madagascar e Shrek. Subordinata però alla sua resa tridimensionale (ma in Italia il film sarà visto perlopiù in 2D), surplus dell'operazione. Forse per questo la costruzione drammaturgica è più elementare del consueto, le gag divertenti ma ampiamente riciclate, e anche il gioco dei rimandi più meccanico che nostalgico. Un giocattolone che, sotto l'egida del politically correct, piacerà a molti. E convincerà gli altri che i lavori della Pixar sono tutta un'altra cosa.