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Mordimi
Poche storie: c'è ancora chi al cinema si dedica per far soldi. Lanciata dal successo internazionale della parodia demenziale Scary Movie (ispirato al già di per sé citazionista e autoironico Scream di Wes Craven), la coppia Friedberg-Seltzer arriva a Mordimi dopo una lunga serie di versioni comiche dei maggiori blockbuster a stelle e strisce, una sequela di scemenze "terra terra" all'affannosa caccia del risultato economico. Se già al primo tentativo era chiaro che i due non avessero nulla a che fare con la nobile tradizione della parodia cinematografica (Frankenstein Junior su tutti), con le imprese seguenti è arrivata la conferma che all'affiatato team non mancasse solo il buon gusto. Riducendo l'impiego - in passato massiccio e spregiudicato - di peti, spargimento di liquidi organici vari, acrobazie e raccapriccianti spettacoli erotico-sessual-grandguignoleschi, per una volta la coppia di ancora giovani “registi” ha scelto di concentrarsi sulla derisione monografica. Tolto qualche inutile riferimento qua a là a pellicole e serie televisive d'attualità (ma che c'entra Alice in wonderland con Gossip girl?), la storia sembra seguire compatta e tutto sommato coerente quella dell'originale.
Sarà che il giocattolo, fin dall'inizio poco divertente, si è rotto (e ci ha rotto), sarà che ai due capoccioni, storicamente privi di grandi idee, si sono esaurite le menti(?), sarà che già in partenza la saga per adolescenti non lesinava un po' sfacciatamente numerosi momenti d'ironia involontaria, quel che è certo è che, ancor più dei passati, i settantadue minuti di mediocrità non sembrano valere non solo il costo del biglietto, ma neppure il tempo speso davanti allo schermo. Invece di sfruttare la scrittura goffa e grossolana di Twilight, le grosse crepe nella coerenza del racconto, l'inconsistenza dei personaggi, Friedberg e Seltzer si limitano a inanellare gag da cinema muto, riferimenti triviali agli stereotipi della Tv (e la rete?), insulsi giochi verbali e strizzate d'occhio d'avanspettacolo. Anche armati delle migliori intenzioni si fa fatica a ridere; la cosa forse più deprimente è la vecchiaia della concezione e della realizzazione di un progetto commerciale che dovrebbe, in teoria, essere rivolto prima di tutto ai teen ager.