PHOTO
Fausto Brizzi torna alla regia, e supera le sue ultime prove, Poveri ma ricchi e Poveri ma ricchissimi, nonché la quasi totalità delle commedie italiane ultime scorse. Si capisce, non ci vuole molto. Archiviate le accuse di violenza sessuale a suo carico, sceglie un sintomatico titolo, Modalità aereo, e cambia casa: non più la Wildside, che ha/fu abbandonato al montare dello scandalo nell’autunno del 2017, ma la Eliseo Cinema, via la Casanova Multimedia, di Luca Barbareschi, che gli produrrà altri due film.
Nel cast Paolo Ruffini, anche soggettista e sceneggiatore nonché titolare dell’idea originaria, Lillo, Violante Placido, Dino Abbrescia e Caterina Guzzanti, Modalità aereo inquadra Diego (Ruffini), imprenditore vinicolo di successo, arrogante e social, e Ivano (Lillo), umile addetto alle pulizie all’aeroporto di Fiumicino: il secondo si ritrova tra le mani lo smartphone del primo, imbarcato su un volo di 24 ore per Sydney, e perché non sfruttare la possibilità?
Ruffini se la cava meglio del solito, Lillo si dà anima e balletto, complice l’idolatrata Sabrina Salerno, gli altri a ruota in buon ordine, con nota di merito per una Violante Placido assertiva, le magagne in sceneggiatura non mancano, sopra tutto al principio, laddove l’impossibilità di riparare all’imprevisto da parte di Diego è trattata in maniera quantomeno farraginosa, se non inverosimile tout court: pazienza, si fa per dire, andando avanti il film migliora, stigmatizzando però la limitatezza temporale e la pochezza drammaturgica dell’innesco narrativo, ovvero lo scambio di protesi identitaria, il suddetto telefonino.
Però Brizzi ha mestiere, corregge, letteralmente, la rotta, titilla la commedia degli equivoci, solletica il one man show di Lillo, assicura un divertimento non grande, per carità, ma solido. Alcune battute vanno a segno: “Negli anni ’60 i ricchi erano grassi e i poveri magri, oggi il contrario”, “Lo Spirito Santo i poveri non li aiuta”, “La fecondazione finta, quella assistita”, “Quella è una profumiera, te la fa annusare”, e Brizzi se ne ritaglia più d’una pro domo sua, tipo “La regola è non scoraggiarsi, anche un calcio in culo fa andare avanti”. O, forse lo inquadra meglio, “ci sono uomini che ci provano e uomini che ci riescono”.