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All’epoca del reddito di cittadinanza (ancora una controversa promessa) e delle tasse che stritolano gli italiani (una certezza quotidiana), la commedia prova a dare qualche stravagante consiglio per arrivare a fine mese. Da non prendere alla lettera, s’intende. Il consiglio dei registi Giancarlo Fontana e Giuseppe G. Stasi è chiaro: Metti la nonna in freezer. Si scherza, ma ciò che lascia sbalorditi è che qualcuno ci abbia pensato davvero, non molti anni fa, nei pressi di Cuneo.
Qui la storia viene romanzata, adattata per il grande schermo. Claudia è una bella restauratrice in bolletta. La sua piccola azienda rischia la bancarotta, anche perché i musei non la pagano per il suo lavoro. Lei e le sue due dipendenti, amiche svitate anche nel tempo libero, resistono con la pensione della nonna, una vecchina tutto pepe con uno strano accento tedesco. Ma un giorno l’anziana signora muore d’infarto e, oltre al dolore per la perdita (che non è neanche troppo), il rischio è di non avere più i soldi per mangiare.
La soluzione è solo una: non dichiararne la morte e continuare a incassare. Le tre la congelano in un freezer molto vintage e pensano di averla fatta franca, ma non hanno fatto i conti con un timido maresciallo della Guardia di Finanza. Lui si innamora di Claudia e il rischio è di finire tutti in galera. Che ne sarà della vecchina?
La coppia formata da Miriam Leone e Fabio De Luigi cerca di sprigionare scintille, regalando qualche innocua risata, in una black comedy che, con qualche accortezza in più, avrebbe anche potuto funzionare. I giovani Fontana e Stasi provengono dal web, dal successo del spoof trailer Inception_Berlusconi, subito virale su Youtube.
I due mantengono l’anima della rete, con un taglio pubblicitario: montaggio veloce, continui ammicchi alla platea, scene brevi e sketch serrati come ingredienti principali, con i personaggi ridotti a macchiette. Il film risente in tutto e per tutto dell’opera prima Amore oggi, che nel 2014 ebbe anche un certo successo.
In Metti la nonna in freezer, la satira del nostro tempo resta purtroppo sullo sfondo. Fontana e Stasi hanno costruito la loro carriera prendendo in giro la politica e le sue contraddizioni, cimentandosi con il linguaggio dell’instant doc e collaborando con alcuni programmi televisivi della stessa linea. La loro ultima impresa non ha un taglio da piccolo schermo, ma spinge l’acceleratore sul demenziale e sulle situazioni al limite. L’idea della signora in ghiacciaia si esaurisce troppo presto, lasciando il posto a svolazzi romantici e ad alcune gag che tendono all’esasperazione. Provare per credere. E mi raccomando: non rifatelo a casa! Altrimenti a breve lo Stato troverà il mondo di far pagare le imposte anche “ai surgelati”.