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Dopo Oranges and Sunshine torna per la seconda volta con un film in concorso alla Festa del Cinema di Roma, in questo caso nella sezione Alice nella città, il regista inglese Jim Loach, figlio del grande Ken Loach. Lontano dai film politici del padre ci racconta una storia di bullismo con Measure of a man.
Bobby Marks (Blake Cooper, conosciuto soprattutto per aver recitato nel film Maze Runner-Il labirinto) è un ragazzo insicuro e sovrappeso. E tutto sembra che gli vada storto durante la lunga vacanza estiva in famiglia a Rumson Lake negli Stati Uniti: i suoi genitori sono sul punto di divorziare, la sua migliore amica Joane (Danielle Rose Russell) con cui abitualmente trascorre le vacanze parte per un mese senza dargli una spiegazione e il rapporto con sua sorella (Liana Liberato) è piuttosto conflittuale. Come se non bastasse a tutto questo si aggiungono i ragazzi del posto che non perdono occasione per prenderlo in giro per via del suo peso eccessivo e delle sue enormi tette.
Per fortuna comincerà a lavorare come giardiniere nella villa di un uomo parecchio burbero, interpretato dall’attore canadese Premio Oscar Donald Sutherland, che pur trattandolo male lo fortificherà fino a fargli capire quanto realmente valga.
Ispirato al racconto semi autobiografico di Robert Lipsyte che si intitola One Fat Summer, questo film vorrebbe essere un romanzo di formazione. Peccato però che non sia ben chiaro come in così poco tempo e soprattutto attraverso le continue vessazioni da parte del suo “datore di lavoro” (tanto che sembra quasi lui a bullizzarlo), questo ragazzo ciccione e imbranato possa prendere così tanta sicurezza fino ad arrivare a capire e a fare suo il solito concetto per nulla nuovo: la bellezza esteriore non conta, ma quella interiore. Un assunto affrontato in mille declinazioni diverse al cinema e proprio ultimamente in Come ti divento bella. Ma qui manca completamente quell’ironia presente nel film che vede protagonista l’attrice comica statunitense Amy Schumer e tutto sembra finalizzato solo ad arrivare al lieto fine per cui il protagonista fa magicamente sua la massima pronunciata da Donald Sutherland: “La misura di un uomo è l’abilità di navigare nel mare in tempesta verso lidi sicuri”. Il bel principio c’è, ma la domanda rimane: come?