Come fa una commedia sulla carta tradizionale a scoprirsi inesorabilmente anacronistica? Probabilmente a volte è tutta una questione di pecoreccio, il che non sarebbe nemmeno un problema a patto che si riesca a calibrare la volgarità e a gestirne gli effetti comici. In Matrimonio con sorpresa non manca il pecoreccio, per quanto garbato in superficie, ma è la comicità a lasciare perplessi, non fosse altro per la fiacchezza del meccanismo e per il repertorio reazionario di battute di retroguardia e cliché più banali che efficaci.

Al centro della scena, due famiglie, una elitaria e una più modesta, destinate a unirsi perché i rispettivi figli sono prossimi al matrimonio. Per l’occasione, i futuri sposi regalano ai genitori un test del DNA così da poter scoprire le origini degli antenati: ovviamente i risultati sono inaspettati e catastrofici.

Alla prima volta in solitaria come regista dopo la collaborazione con Philippe Mechelen per Alla ricerca di Teddy, Julien Hervé – già sceneggiatore dei sequel della serie Les Tuche, da cui il remake italiano Poveri ma ricchi – fa rimpiangere Francis Veber e Édouard Molinaro e in generale le farse transalpine degli anni Settanta: il divertimento è facile più che semplice, l’andamento si scopre lasco, la pulizia formale cozza con un contenuto a tratti greve.

Il cast non aiuta, con i due patriarchi esprimono un casting di rara pigrizia, in primis Christian Clavier, volto borghese per eccellenza di questi prodotti di consumo: in fondo è un Non sposate le mie figlie sotto mentite spoglie. Un giochino di società a uso e consumo del pubblico popolare, un trionfo di luoghi comuni apparentemente innocui e che, invece, sondano il razzismo del popolo più meticcio, il classismo di chi ormai relega ai sussidiari la rivoluzione dei giorni gloriosi, la xenofobia di una nazione diffidente se non sprezzante (le battutacce sui tedeschi sempre e comunque nazisti, sui portoghesi schiavi, sui nativi arretrati…).

Peccato che tutte queste linee siano affrontate in maniera goffa senza problematizzare niente, un atteggiamento se non anacronistico perlomeno passatista e con un buonismo d’accatto finale che nel complesso fa sembrare Matrimonio con sorpresa uno spaccato dell’attuale quadro politico francese.