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Massimo Boldi e Biagio Izzo: Matrimonio a Parigi
Rocco Siffredi: “Ti piace la Tour Eiffel?”. Massimo Ceccherini: “Dal davanti, non dal dietro”. Se il buon gusto si vede dal mattino, dovremmo fermarci qui: Matrimonio a Parigi, ultima fatica di Massimo Boldi, si giudica da solo, battutacce all'orecchio. Regia di servizio di Claudio Risi, è “un film d'evasione”, almeno a dar retta al “portafortuna” Enzo Salvi, che torna per la nona volta al fianco del "capocomico" Boldi. Ma l'evasione non fa solo riferimento a frizzi, lazzi e trivialità assortite, bensì al tema stesso della commedia, perché Cipollino interpreta un industriale del Nord, campione delle televendite e orgoglioso evasore, che sul treno per Parigi incontra un napoletano (Biagio Izzo), che non è il classico mariuolo, bensì un ufficiale della Guardia di Finanza.
Nel cast all star (sic) anche Anna Maria Barbera, che storpia qualsiasi cosa favelli, Massimo Ceccherini alla frutta, Paola Minaccioni, Emanuele Bosi, Loredana De Nardis, Guglielmo Scilla, Diana Del Bufalo e la “berluschina” Raffaella Fico, nonché, appunto, Rocco Siffredi, che veste i panni di uno stilista bisex, con Ceccherini a far da mantra: “Ma non ti ho visto già da qualche altra parte?”.
Non drammatizziamo, c'è di peggio: nasi di Pinocchio nel deretano, phon inguinali, burlesque e travestimenti di serie Z, fallocentrismo spuntato, manichini trapanati ad arte e - courtesy Salvi - “Namo amo', se attoppé (il cesso, NdR) e io vado a trombè”.
Si salvi chi può, eppure, è un Matrimonio più scritto (sceneggiatura a sei mani: Boldi, Gianluca Bomprezzi e Edoardo Falcone) delle precedenti avventure in solitaria - post divorzio da Christian De Sica - di Boldi, dalla cui trasferta parigina Medusa spera di ricavare un bel po' di grano (oltre 500 copie in uscita). E, siamo sinceri, qualche inconfessabile risatina riesce pure a strapparla, perché la commiserazione schiude le labbra, complice un trash che sconfina involontariamente nel surreale. Si chiede Boldi: “Ma cosa ci faccio io alle donne?”. Ci chiediamo noi: che ci fa lui e compagnia "bella" al cinema?