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Sette giovani anziani alla riscossa sono gli incredibili protagonisti di Marigold Hotel di John Madden. Una litigiosa brigata di uomini e donne assolutamente british, catapultata dall'asettica Inghilterra alla caotica India per sfuggire a un tramonto solitario. Il Rajastan, con i suoi magnifici palazzi, appare loro come il paradiso dove attendere con gioia l'inevitabile uscita di scena. Ma si sa che i sogni difficilmente si realizzano, così l'avventura intrapresa chiederà ai nostri stanchi eroi di mettersi in gioco ben oltre l'immaginabile.
Campione di incassi in Inghilterra, Marigold Hotel è tratto da un romanzo di Deborah Moggach a conferma dei legami indissolubili tra l'autore di Shakespeare in Love e la letteratura. E letteraria è l'atmosfera del film, forgiata più sui romanzi di ispirazione esotica che sulla realtà. L'India del film è infatti stereotipata, romanzata appunto, come i caratteri dei personaggi. Ci sono la vecchia tirchia che però nasconde un cuore d'oro, la romantica e sensibile vedova, il gay triste e irrisolto, la single in cerca di avventure. Insomma un campionario umano meravigliosamente servito da battute eccellenti e ancor meglio interpretato da attori che sono mostri di bravura. Non mancano, è vero, le riflessioni sulla morte, il valore dell'amicizia, il presente come bene prezioso, ma la parte del leone la fanno le performance di Maggie Smith, Judi Dench, Bill Nighy e compagni. E se rubano la scena, per una volta compensano ampiamente le debolezze del film.