“Sofia, è per te, grazie a te”. Una dedica, che suggella nel finale Maria Montessori - La nouvelle femme, primo lungometraggio di finzione di Léa Todorov, in uscita con Wanted il 26 settembre, dopo essere stato presentato in anteprima nazionale durante la 60. Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro.

Film che inizia immerso nelle campagne italiane del 1900, mentre Maria Montessori (un’intensa Jasmine Trinca) la attraversa, dentro parole che idealmente abbracciano quella dedica: “Figlio mio, sono solo tua madre. Ma tu, mio eroe, mio unico amore, tu sei tutto per me. E tutto quello che realizzerò, fino alla mia morte, sarà per te”. Quel figlio, Mario, che lei non vide per ben 12 anni, fino a quando non si ritrovarono che aveva 15 anni, non separandosi più.

La nouvelle femme delinea ciò che diventerà Maria Montessori, nella forza e straordinarietà della pedagogista, educatrice, medico nata a Chiaravalle (Ancona). Prima ancora delle Case dei Bambini, di un Metodo Montessori, si assiste ai passi compiuti per difendere la propria libertà, in un cammino di emancipazione in cui “quando ho cominciato i miei studi - come pronuncia durante un’autopsia - era impensabile che una donna facesse medicina. Poiché la conoscenza del corpo umano doveva restare esclusivamente maschile”.

Ed è nell’incontro di due donne, Maria Montessori e Lili d’Alengy (personaggio di finzione interpretato da Leïla Bekhti con tinte spavaldamente malinconiche), cocotte parigina d’alto bordo che fugge dalla capitale francese e arriva a Roma per nascondere la figlia affetta da problemi cognitivi, che nasce la frattura dalle cui crepe avverrà la possibilità di cambiamento per entrambe; di esperire il senso di quella Nouvelle Femme, che “era il modo in cui si definivano le donne emancipate di inizio secolo, per un discorso che doveva essere esaurito molti anni fa - come ha dichiarato Jasmine Trinca -, ma che invece è molto attuale”.

Lili porta la figlia in un centro in cui vengono seguiti i bambini che oggi si definirebbero neuroatipici, ma che allora si catalogavano come “deficienti”, “idioti”. Primario Giuseppe Montesano (interpretato da Raffaele Esposito), sua assistente, non pagata, è Maria Montessori. Vuole lasciarci ciò che vive come una disgrazia. E che invece nel corso del film recupererà, grazie al confronto delle due, i toni del dono.

“Educare è amare”, asserisce Maria Montessori, quando mostrano a un gruppo giudicante di medici, tra cui il Lombroso, i risultati compiuti con i bambini “deficienti”, capaci di miglioramenti impressionanti grazie a quell’attenzione. Hanno davvero lavorato con bambini neuroatipici sul set, in quello che è stato un percorso lungo 7 anni, in cui c’è stato “un vero ascolto”, come ha confidato Jasmine Trinca. “Non posso continuare a farmi schiacciare dal tuo egoismo e dalla tua ambizione”, dice invece nel film Giuseppe Montesano alla Montessori, con cui ha una relazione, e un figlio segreto, Mario, avuto fuori dal matrimonio. Per riconoscerlo dovrebbero sposarsi, ma così sarebbe costretta a rinchiudersi nel ruolo di moglie…

Film vincitore del premio Emergence 2021, e che vede nella produzione anche Tempesta Film, Maria Montessori - La nouvelle femme è un inno struggente alla libertà, un monito sulle privazioni vissute per un bene superiore. “Figlio mio, vivo per te, tutto ciò che accade è per te. Per il futuro, perché tu sia felice”. Come questo film è vivo grazie a colei a cui è dedicato, Sofia, la figlia di Léa Todorov, neuroatipica, che ha assistito al lavoro sul set; a cui la madre ha mostrato come l’amore possa curare, e come una nouvelle femme sia possibile.