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Chi non conosce Maria Callas? La voce, la donna, l’attrice, la “Divina” (come la chiamavano in molti), e forse la più grande cantante d’opera lirica di sempre. Ha calcato i palcoscenici di tutto il mondo, da La Scala al Metropolitan. In poco tempo si è trasformata in una diva, con i fan che dormivano fuori dai teatri per vederla anche solo un istante. Un mito, un’icona, semplicemente Maria Callas raccontata in Maria by Callas: In Her Own Words, un documentario che arriva a quarant’anni dalla sua morte, dopo l’infarto nella casa di Parigi del 1977, a soli cinquantatré anni.
Lei aveva origini greche, all’anagrafe il suo vero nome era Anna Maria Sophia Cecilia Kalos (contrazione di Kalogeropoulos). Il regista Tom Volf ha ricostruito la vita della grande soprano, dalla giovinezza fino agli ultimi tragici momenti. Ha girato l’Europa e l’America per trovare del materiale inedito, personale, che potesse rendere omaggio al suo talento unico.
Volf apre il film con un’intervista esclusiva del 1970, che poi si è persa negli archivi. Maria Callas è un libro aperto davanti al giornalista che la sta intervistando: è sicura di sé, ma già piena di rimpianti. Riconosce la sua posizione privilegiata, ma sente che la sua esistenza è incompleta. Lei avrebbe voluto una famiglia felice, qualche pargoletto che urlasse per i corridoi, invece il fato le ha indicato un altro percorso.
Il pregio di Maria by Callas: In Her Own Words è quello di scindere le due figure, il personaggio pubblico da quello privato, in altre parole: la leggenda targata Callas da Maria, una signora “comune” con aspirazioni terrene. Il documentario ci porta dietro le quinte, ripercorrendo una carriera straordinaria, dalle lezioni di canto alla consacrazione del 1951, quando la Donna aprì la nuova stagione alla Scala.
Il film si concentra sul lato artistico e non lascia troppo spazio agli scandali, dalla separazione con il primo marito Giovanni Battista Meneghini, alla burrascosa storia d’amore con il miliardario Aristotele Onassis. Volf si schiera dalla parte della Callas, e la dipinge come uno dei più grandi personaggi del Novecento. Punta i riflettori sui pregi e tralascia i difetti, rappresentandola come un’incompresa sempre sfortunata con le questioni di cuore, spesso attaccata ingiustamente dalla stampa, come quando annullò uno spettacolo a Roma per una raucedine, che fu scambiata per un capriccio di prima donna. Tutti la condannarono, e per lei rimase una ferita sempre aperta.
Il lavoro sul materiale d’archivio è encomiabile. Sul grande schermo si alternano immagini in bianco e nero, a colori, fotografie, prime pagine dei quotidiani, lettere personali e video in formati diversi. Ogni fotogramma è stato restaurato, per regalare al pubblico uno spettacolo in alta definizione, con un’anima nostalgica. Gli appassionati di opera e non potranno godere delle interpretazioni più famose della Callas, che si amalgamano con la storia di una vita costellata di personaggi da prima pagina: Grace Kelly, Pier Paolo Pasolini, Luchino Visconti, Elizabeth Taylor e tanti altri. Maria Callas è ancora tra noi, la sua voce non potrà mai spegnersi.