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In principio fu il tradimento, poi la vendetta, quindi l’amore. Sicché tra “mamma” Malefica e “figlia” Aurora il sole è tornato a sorridere, ma quanto può durare? La risposta, cinque anni dopo il primo capitolo (2014), è Maleficent Signora del male, regia di Joachim Rønning e sottotitolo, peraltro, di dubbia attribuzione.
Aurora (Elle Fanning) è in procinto di convolare con il principe Filippo (Harris Dickinson), e sarebbero giuste nozze: unire il regno di Ulstead alla Brughiera, per coronare politicamente l’e vissero felici e contenti. Ma Malefica (Angelina Jolie) come accoglierà la notizia? Sopra tutto, al riguardo che trama la regina Ingrid (Michelle Pfeiffer)?
Tre donne, tre modi di intendere il potere, la famiglia, l’amore: lo scontro è dietro l’angolo, e non farà prigionieri.
Nel cast Sam Riley, Imelda Staunton, Juno Temple, Lesley Manville e Chiwetel Ejiofor, il fantasy Disney fa di Zeitgeist (girl power, diversità, ambiente, tolleranza) necessità di scrittura, più che virtù poetica: Aurora è soffocata se non disutile, Malefica dimezzata, l’unica a tenere botta è Ingrid e la sua ragion di Stato.
Noia in campo, drammaturgia a lenta carburazione, per fortuna la regina è cattivella e qualche scena della finale battaglia merita, ma per il resto si vivacchia fino al volemose bene. Al più, si finisce capre. Imbelle, innocuo, altro che malefico.