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Lo sconosciuto del lago
Un lago molto ameno, una spiaggia moolto appartata e un boschetto mooolto dedicato al battuage. Il dolce, empatico e “pulitino” Franck (Pierre de Ladonchamps) fa amicizia con il maturo, solitario e non consumatore Henri (Patrick d'Assumçao), e s'innamora di Michel (Christophe Paou), un nerboruto, aitante e fatale sosia di Tom Selleck: è passione, eccome, ma le colpe e i precedenti non stanno a guardare. Ingresso libero, consumazione obbligatoria, salvezza… a piacere, perché un giorno, all'imbrunire, Franck non visto aveva visto Michel affogare il partner in quelle acque amene...
Le scene omosex sono esplicite, non così il giudizio o, all'opposto, l'attaccamento senza filtri al milieu: è Lo sconosciuto del lago, diretto dal francese Alain Guiraudie, promosso all'ultimo festival di Cannes dall'abituale Quinzaine al Certain Regard, dove ha meritatamente conquistato il premio per la miglior regia. Le incursioni thriller danno nell'occhio, e nel battito, il chiaroscuro morale ombreggia corpi e pensieri, ritrovare nell'albero genealogico Cruising di William Friedkin non è roba da matti.
Mise en scène piana e iterativa, attori che bucano lo schermo, storia che non si dimentica: sì, questo Sconosciuto è da conoscere.