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Una scena del film
Lasciata improvvisamente dal marito e rimasta con le quattro figlie adolescenti (Erika Christensen, Evan Rachel Wood, Keri Russell, Alicia Witt) la non più giovane Terry Wolfmeyer (Joan Allen) imparerà a fare i conti con le conseguenze della rabbia. L'unico modo per uscirne, apparentemente, è rifugiarsi nell'alcool e coltivare l'affettuosa amicizia con il vicino Denny (Kevin Costner), ex campione di baseball quasi sempre ubriaco, ora voce di una radio locale. Spacciata dai trailer e dal malaugurato titolo italiano come banalissima commediola d'amore fra over 45 (vedi Tutto può succedere), The Upside of Anger - questo il nome con cui preferiremmo ricordarla - è invece opera ben più profonda, di rara bellezza. Scritta e diretta con arguzia da Mike Binder (che si ritaglia un ruolo di non poco conto, interpretando Shep, regista dell'emittente radiofonica che avrà una liaison con una delle giovani figlie della protagonista), la pellicola, seppur dolorosa e crepuscolare, è narrativamente brillante e dinamica. Joan Allen e Kevin Costner sono misurati e intensi, le quattro ragazze perfette, per un film che sfrutta al meglio ogni minima inflessione dello stato d'animo dei singoli personaggi. Dapprima comico teatrale, poi sceneggiatore, dal 1992 regista (Crossing the Bridge), Binder è riuscito nella stesura di The Upside of Anger grazie alla personale esperienza vissuta da bambino: "Quando i miei si separarono", racconta l'autore, "mia madre ha attraversato un periodo molto duro, che è durato anni. Ho concepito la sceneggiatura come una parabola sulla collera che non trova il suo sfogo, sulle cose per le quali la gente perde tempo ad arrabbiarsi". Sarà proprio uno sconvolgente colpo di scena finale, tanto funzionale quanto inaspettato, a chiudere questo sulfureo ed ineluttabile circolo capzioso dato dal rancore. Da non perdere.