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Lezione Ventuno
Come fu la prima volta della Nona Sinfonia di Beethoven, la sera del 7 maggio 1824? Interrogativo buono per l'esordio di Alessandro Baricco dietro la macchina da presa: Lezione Ventuno. "Una prima capitale, indagata come fosse un thriller", attraverso la rievocazione di una studentessa universitaria della ventunesima lezione del professore Mondrian Kilroy (personaggio preso da City), incentrata sulla misteriosa accoglienza dell'Inno alla gioia.
Da lui scritto e diretto, prodotto da Fandango e girato tra il Trentino e Londra, con cast di lingua inglese - John Hurt è il professor Kilroy, Leonor Watling la studentessa, Noah Taylor il giovane maestro di musica Hans Peters, e Clive Russell - Lezione Ventuno prosegue al cinema la riduzione della distanza tra cultura alta e bassa, già lungamente sperimentata dal Baricco scrittore. Una frattura, di cui Beethoven fu uno degli artefici, che il neoregista cerca di sanare con una costruzione polifonica, sorretta dal lavoro "orientale" sull'inquadratura di Gherardo Gossi, per ricondurre il pubblico alla verità di Beethoven: star dell'entertainment, e non genio inaccessibile. Intenzione pregevole, viziata da difetti, ovviamente, letterari: prolissità, involuzione e un filo di saccenza. Un pareggio sofferto.