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Let's Go
Let's Go... Invito all'azione, dichiarazione di intenti, formula vincente per rientrare nel mondo. Il titolo del nuovo lavoro di Antonietta De Lillo allude un po' a tutti questi significati della frase inglese, buttata là quasi di soppiatto in un dialogo e invece parola magica per inseguire il senso del documentario e più scopertamente provare a cambiare il corso delle cose. O quanto meno dare una scossa alla vita del protagonista Luca Musella, artista in bilico tra fotografia e scrittura, rimasto senza lavoro e via via pure senza molti dei passati legami affettivi. La prima cosa a colpire di questa esistenza ai margini è del resto proprio la sostanziale solitudine. Si può continuare a essere innamorati o anche solo restare amici di chi ha perso tutto? La risposta sembra essere no, perché confrontarsi con il fallimento altrui richiede una forza, una generosità e una dedizione che la maggior parte della gente sembra non possedere più. Eppure Luca è una persona come tante. Le difficoltà economiche non ne hanno diminuito le facoltà umane né intellettive, anzi appare dotato di una generosità e una brillantezza dono di pochi. Nonostante tutto è un diverso, un uomo fuori linea, un non riconciliato. Di quelli che De Lillo predilige, e che da sempre insegue con la macchina da presa siano essi perfetti sconosciuti, poeti adorati come Alda Merini o registi di culto come Lucio Fulci.
Il fatto è che la stessa regista non segue le regole, scantona, si camuffa, disorienta a ogni film. Anche se, è evidente, a guidarla è la medesima sensibilità nell'approccio all'oggetto/soggetto da raccontare. Un'idea di cinema, la sua, che miscela rigore, creatività, attenzione ai particolari, empatia e insieme distacco. Luca Musella è in cerca di una nuova strada. De Lillo lo accompagna in una parte del viaggio senza forzare i momenti di confessione né censurare quelli di inevitabile sconforto. Il percorso comune per il protagonista - e forse anche per la regista - è quasi una terapia, per lo spettatore un guardare verso uno specchio che improvvisamente potrebbe riflettere la sua stessa immagine. Ma nonostante tutto non c'è dolore. Semmai un sotterraneo sentimento di vitale speranza. Il futuro sarà migliore? Chi può dirlo. Intanto, Let's Go.