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La regista veronese Chiara Campara, classe 1987, si mette alla prova a Venezia76 con il suo primo film di finzione, Lessons of love, finanziato dal concorso Biennale College. Una storia di solitudine ambientata ai margini della società, dove si scontrano mondo rurale e urbanizzato.
Il protagonista Yuri (Leonardo Lidi) ha trent'anni ed è "uno di quelli che alle feste sta sempre seduto al bancone". Lavora nell'allevamento di famiglia, a stretto contatto con animali e natura, ma non è in buoni rapporti con genitori e fratelli: sente la mancanza di quel tipo di affetto che può dare solo una relazione umana. Prova a cercarlo in un night-club, dove incontra Agata (Alice Torriani), spogliarellista con la quale tenta di iniziare un legame sincero.
Per lei cambia lavoro e diventa muratore in città, dove inizia a pensare di trasferirsi. Yuri però rimane ragazzo di campagna, intimamente impreparato ad affrontare spazi e valori diversi rispetto a quelli con cui è cresciuto. Non era forse meglio per lui condurre una vita difficile ma autentica, vicina a quei boschi che rimangono il suo rifugio fisico e interiore?
Qui arriva, e qui si ferma, Lessons of love, senza rispecchiare appieno le intenzioni mosse dal titolo (perché in inglese?). Con una narrazione troppo lineare per riuscire a destare forte interesse, si propone di indagare tematiche profonde senza però trattarle in maniera adeguata.
Certo, è possibile che le limitazioni produttive abbiano influito sul risultato finale, ma alla base del film c'è del materiale che avrebbe meritato di essere sfruttato meglio: l'augurio per Campara è che arrivino nuove occasioni per farlo.