In molti vi troveranno echi di un Jules et Jim postmoderno, in realtà Les amours imaginaires - opera seconda del canadese Xavier Dolan, presentata in Un Certain Regard - non è altro che un racconto d'amor  f(l)ou onanista e ombelicale, poggiato su un unico spunto, tra l'altro nemmeno troppo originale: quello del triangolo sui generis formato da due amici di vecchia data (Francis e Marie, lo stesso Dolan e l'affascinante Monia Chokri) e il nuovo arrivato Nicolas (Niels Schneider), ambiguo ed efebico belloccio che finirà per scontentare entrambi, "amandoli" come solo un amico può fare.
Intramezzato di tanto in tanto da alcune "testimonianze" extradiegetiche (ed inutili) sui rapporti sentimentali, il film sembra girare all'infinito su se stesso e sfrutta al peggio alcune intuizioni, dopo poco ripetitive e indigeste: vedi la Bang Bang cantata da Dalida o le suite per violoncello di Bach riproposte ab aeternum per accompagnare ralenti e movimenti di macchina ampollosi, che nulla aggiungono all'economia della storia - nelle pretese miscuglio di eventi vissuti e/o immaginati - e costringono la pazienza di chi guarda ad un consumo inesorabile, nonché lento. Un'agonia.