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L'era legale
Anno 2020: addio camorra, rifiuti e alegalità. Roba da non credere, perché il teatro del miracolo è Napoli. Sì, la Napoli dei cumuli di immondizia per strada, del grilletto facile e dello spaccio è diventata la città più sicura e (ri)pulita al mondo. La domanda è una sola: come è potuto accadere?
Amor vincit omnia, si sa, e vale anche per il plebeo, (improvvisato) capopopolo e “guitto” Nicolino Amore (Patrizio Rispo), protagonista di una non resistibile ascesa a sindaco del capoluogo campano. Ovviamente, non è un documentario, ma un mockumentary, L'era legale, firmato dal regista e giornalista satirico Enrico Caria: se la fantascienza è spesso distopica, qui il falso documentario si rivela utopico, ma senza dispensare rassicurazioni e contentini, bensì graffiando la (brutta) realtà con il potere dell'immaginazione.
Con la partecipazione, tra gli altri, di Isabella Rossellini e Renzo Arbore, che tornano insieme sullo schermo a trent'anni dal Pap'occhio, il direttore dell'Economist Bill Emmott e il magistrato e scrittore Giancarlo De Cataldo, il leader anti-racket Tano Grasso e il procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso, prodotto da Renzo Rossellini ed Eduardo Rumolo, L'era legale - già in cartellone al 29° Torino Film Festival - tra finzione e realtà, sogno e populismo, denuncia e iperbole, consegna allo schermo una confessabile speranza: e se succedesse davvero? A Napoli la felice sentenza, ma senza svelare troppo il segreto è uno solo: legalizzala!