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Una scena del film
Fiaba nera sorretta da un umorismo intelligente e funzionale, Lemony Snicket - Una serie di sfortunati eventi racconta delle peripezie cui sono chiamati a far fronte tre fratellini, la quattordicenne Violet (Emily Browning), il dodicenne Klaus (Liam Aiken) e la piccola Sunny (le gemelle Kara e Shelby Hoffman), dopo la scomparsa degli amati genitori, vittime di un incendio. Perseguitati dal malvagio Conte Olaf - interpretato da un maestoso Jim Carrey, eccezionale nell'ostentazione delle sue capacità mimetico/trasformistiche - i piccoli Baudelaire dovranno evitare a tutti i costi di finire sotto la sua tutela, finalizzata al possesso dei loro beni di famiglia.
Sintesi tratta da "Un infausto inizio", "La stanza delle serpi" e "La funesta finestra" - tre degli undici volumi che compongono la serie sugli orfani Baudelaire, a cura del misterioso Lemony Snicket (il cui vero nome, "si dice", è Daniel Handler) - il film diretto da Brad Silberling è un piccolo, "sgradevole" gioiello. Lo spettatore è avvertito sin dall'inizio del marcio che l'attende, in un gioco condotto dalle parole dello stesso scrittore, nascosto nell'ombra della sua solitudine. La voce di Jude Law, nella versione originale, interrompe il gioioso elfo che saltella nel bosco per introdurre le inquietanti vicende che saremo chiamati ad osservare. Sta a noi, a questo punto, decidere il da farsi: in fondo, "possiamo sempre abbandonare la proiezione per rifugiarci in un'altra sala".
Bravo a trasporre le intuizioni e la visionarietà dell'autore, il regista di Casper e Moonlight Mile sfrutta al meglio la congiunzione di effetti speciali mai voluttuari ed atmosfere sinistre (la sequenza della casa a strapiombo sul lago regala suggestioni niente male), supportato dallo stato di grazia degli interpreti: oltre al sopraccitato Carrey - che un giorno, forse, verrà premiato con l'Oscar alla carriera... - e ai tre bambini, è doveroso menzionare la performance di Meryl Streep nei panni della più che mai ansiosa zia Josephine e scorgere, verso la chiusura, un cameo non accreditato di Dustin Hoffman, simpatico critico teatrale. Se avete deciso di restare, alla fine, gustatevi anche i titoli di coda: deliziosi come tutto il film.