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Le ultime 56 ore
Il vice questore Manfredi (Lionello) da una parte, il colonnello Moresco (Tognazzi) dall'altra. Negoziatore delle forze dell'ordine il primo, reduce dalla missione dell'esercito italiano in Kosovo dei primi anni '90 l'altro. Finiranno per trovarsi faccia a faccia, quando il soldato deciderà di dare il via all'operazione “12 apostoli”, occupando insieme ad altri fedelissimi militari l'ospedale dove è ricoverata la moglie del poliziotto.
Rimasto uno dei pochi in Italia a sapersi confrontare in maniera muscolare con il cinema di genere, Claudio Fragasso tenta con Le ultime 56 ore di coniugare l'azione (veramente degna di nota l'intera sequenza che va dal colpo dei balordi Venditti e De Rienzo alla conclusione dell'inseguimento in mezzo al traffico) e il dramma, centrando il discorso su un argomento spinoso quale quello dell'utilizzo di uranio impoverito durante le missioni militari nella guerra del Kosovo. Questione poco esplorata dalla filmografia italiana degli ultimi anni, che nel lavoro di Fragasso rischia però di passare più volte in secondo piano a causa di un intreccio parallelo (la vicenda familiare di Manfredi) onestamente trascurabile. Per tornare con forza al centro della scena nel crescendo finale, dove oltre alla denuncia trova spazio anche l'effetto sorpresa.