Il noir fiammingo Le Ardenne – Oltre i confini dell’amore si rifà allo scontro biblico tra fratelli, due moderni Caino e Abele che si contendono la stessa donna sullo sfondo di un’Anversa criminale. Il Belgio dell’esordiente Robin Pront è una terra cupa, dove la redenzione sembra una chimera. Chi è stato in carcere non può ricominciare a vivere. I demoni del passato perseguitano gli ex galeotti, e niente e nessuno vuole reinserirli nella comunità. Il proprietario dell’autolavaggio risponde seccamente: “Tuo fratello non mi piace, puzza, non posso aiutarvi”. Ma l’odore rivoltante è quello della prigione che, dopo essere stati dentro, non si può più cancellare.

Kenneth è stato l’unico a pagare per una rapina finita male. Doveva svaligiare una villa con la sua ragazza Sylvie e il fratello Dave, ma la polizia ha catturato solo lui. Per amore e lealtà, Kenneth ha mantenuto il segreto per quattro lunghi anni, fino al giorno della sua scarcerazione. Intanto Dave e Sylvie si sono ripuliti, stop all’alcool e alla droga, e si sono innamorati. Dave non sa come dirlo a Kenneth, ancora pazzo di Sylvie, ma l’incubo è solo ai titoli di testa. Omicidi, follie e creature eccentriche invadono lo schermo come in un film dei Coen e lo humor nero trasporta la platea in un mondo parallelo, senza luce, che per parafrasare Mean Streets di Scorsese, salta la domenica in chiesa e si proietta subito nel lunedì, all’inferno.

Sylvie cerca una vita normale, con un orario da ufficio che le permetta di tornare a casa dai suoi bambini per l’ora di cena. Dave dovrebbe essere il padre amorevole dei suoi figli, ma entrambi sono delinquenti a piede libero. Non hanno espiato i loro peccati e nel pessimismo di Robin Pront chi ha sbagliato una volta è perduto. L’anima da malavitoso è un sempreverde che mette radici nella natura dell’uomo. I mafiosi alla Scorsese sembrano non avere altra scelta che la violenza, perché sono nati e cresciuti col mito dei grandi boss e fin da piccoli veneravano Paul Cicero (Quei bravi ragazzi) al posto di Superman. In Le Ardenne – Oltre i confini dell’amore, il regista recupera la stessa predestinazione e chiude il cerchio condannando ogni possibilità di riscatto. Il sangue chiama altro sangue e trascina tutti nel baratro.

Pront gioca con i primi piani per catturare la rabbia e la disperazione dei suoi protagonisti. Il volto sfregiato di Kenneth si contrappone alla faccia d’angelo di Dave, che più volte cerca di parlare col fratello per rivelargli i suoi segreti. Non riescono a comunicare, a comprendersi. Sono cresciuti sotto lo stesso tetto, ma l’aggressività li ha divisi: lunghi carrelli sottolineano la loro incompatibilità. Stanno insieme per dovere e spesso si limitano ad alzare il volume della musica in macchina per colmare i silenzi.

 

La techno assordante martella lo spettatore, mentre i due si inoltrano nelle cupe Ardenne. Prima di trasferirsi ad Anversa, Kenneth e Dave vivevano tra quegli alberi e i loro ricordi sanno di quiete. Una volta bastava un pallone per divertirsi. Oggi risalgono quelle scure colline per tornare dove tutto è iniziato e affrontare la nemesi, mentre la foresta si chiude su di loro e la tensione raggiunge il suo apice.