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La parte del proverbio rimasta nel titolo (che comincia con “Scherza coi fanti ma…”) appare particolarmente azzeccata. Perché, ponendosi di fronte ad una materia ampia e inesauribile come le tradizioni popolari religiose italiane, Gianfranco Pannone doveva risolvere un dilemma non da poco sulla scelta dell’approccio, sul taglio delle immagini, sul modo di montarle. La vicinanza con una frase allo stesso tempo scherzosa e seria toglie l’autore d’impaccio e gli consente di avventurarsi sui liberi terreni della cultura, della Storia, del viaggio. Il percorso ‘on the road’ comincia con le immagini di un pellegrinaggio a Scanno nel 1930, e poi con un brano della vita di S. Giuseppe da Copertino tratta da “Fontamara “ di Ignazio Silone. Dopo quel’inizio i brani si susseguono in modo libero e incalzante. Certo si parla di devozione religiosa e quindi lo sguardo resta concentrato sui piccoli centri di campagna (in Abruzzo, nel Lazio, nel Molise.
I brani dell’Archivio Storico del Luce si mescolano con quelli scelti da Cinegiornali Luce, Settimana Incom e altri: a ricostruire una vicenda così fitta di tradizioni, di suggestioni, di attaccamento alla terra che affascina e induce ad una profonda riflessione su chi siamo stati e come siamo cambiati. Il montaggio ci porta in Campania, Sicilia (a Favignana), Puglia (per S. Nicola di Bari) e alle Chiese rupestri della Basilicata. E’ il recupero, difficile e coraggioso, di tradizioni severe, che esprimono un attaccamento interiore convinto e fortemente devoto. Ma intanto, non lontano, la società è cambiata, ha mutato pelle e abitudini, e quelle ricorrenze hanno perso il valore originario. Brani di Rocco Scotellaro, Silone, Pasolini, opportunamente letti da Sonia Bergamasco e Fabrizio Gifuni accompagno verso un travaso culturale e sociale dalle radici profonde.
Restano però nella mente quelle espressioni contadine, quei bambini dagli occhioni belli e sperduti, quegli anziani rugosi e non rassegnati che parlano di battaglie vinte per la sopravvivenza. Non a caso l’ultimo brano mostrato è il più recente, una “serenata alla Madonna” all’Isola di Ponza del 2015. E l’ultimo brano è tratto da “Gli amici invisibili” di Enzo Bianchi. La modernità fa precipitare l’oggi e dà vigore al passato. Il doc di Pannone ristabilisce le giuste proporzioni. Com ‘è possibile pensare di scordare secoli di fede che hanno segnato tante generazioni e costruito le fondamenta della società? Solo nella memoria trova salvezza la conoscenza.