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Se nella Vida despues, in Orizzonti a Venezia nel 2013, David Pablos aveva dimostrato una forza espressiva inusuale nel raccontare le vicende drammatiche di due fratelli, in Las Elegidas, in competizione in Un Certain Regard a Cannes, conferma appieno quella promessa di talento. Con una narrazione carica di suspense, il regista messicano (producono Diego Luna e Pablo Cruz) riprende infatti il tema a lui caro dell’adolescenza e lo immerge in una realtà ancora più fosca. La storia di due ragazzini innamorati (Oscar Torres e Nancy Lourdes Talamantes, attori non professionisti e bravissimi) è il pretesto per svelare altro, qualcosa di terribile, che scorre prepotente nelle arterie di un paese corrotto e degradato. Incomincia così in una cornice color pastello l’idillio tra Ulises e Sofia, lei quattordicenne bambina, con mamma single e fratellino in fasce, lui quindicenne, più adulto, alle spalle una grande famiglia, tra genitori, figli e nipotini. L’incontro pubblico per i due fidanzatini arriva con la festa del padre di Ulises, 56 anni. Un rito che si ripete, falso e immobile, nel tempo. Perché qualcosa di tragico incombe sui protagonisti: ombre, silenzi e sospetti che si rivelano più spaventosi di quelli immaginati. Ulises, scopriremo, porta con sé un segreto crudele e senza speranza, anche se Sofia la ama davvero. C’è solo una possibilità, gli spiegano a suon di botte papà e fratello maggiore, sostituirla con un’altra poveretta. Girato a Tijuana, la città natia di Pablos, è ispirato al romanzo Chosen di Jorge Volpi e scritto con la collaborazione di Pedro Peirano, già sceneggiatore per Pablo Larrain. Altro maestro di orrori.