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L'arte del sogno
Leggi la recensione completa sul numero di gennaio-febbraio di RdC Michel Gondry nel paese delle meraviglie. Meraviglie oniriche e romantiche affidate a Gael Garcia Bernal che arriva a Parigi con gli occhi tumidi e ingenui di Stephane, un ragazzo che da sempre confonde realtà e immaginazione. E' il suo universo parallelo, ripreso con telecamere di cartone nella sua personale Stephane Tv, il protagonista de L'arte del sogno, ultimo capitolo della filmografia del genietto francese, già autore-culto di Human Nature e Se mi lasci ti cancello (prosaica traduzione italiana di Eternal Sunshine of the Spotless Mind). Accanto a Bernal/Stephane troviamo Charlotte Gainsbourg/Stephanie, imbruttita ad hoc e quasi irriconoscibile dall'interpretazione di Nuovomondo, sensibile oggetto del desiderio del timido e impacciato vicino di casa. Creativo illustratore di calendari, ridotto a un lavoro di mera routine, Stephane si aggrappa con tutta la forza della sua immaginazione a Stephanie, per la quale costruisce una macchina del tempo e altre invenzioni partorite dalla sua "mente senza macchia" di fanciullo. Quella che spinge Stephane verso Stephanie è una tensione - che il giovane vorrebbe comunione - di amorosi sensi nei territori della fantasia, abitati da pony di pezza dorati, foreste galleggianti e mari di cellophane "animati" negli studi di Gondry. In questo altro mondo possibile le due S possono incontrarsi, intrecciarsi e sovrascriversi, ma la realtà è un'altra: di fronte a Stephanie c'è un bambino, incapace di una matura relazione affettiva e sessuale, incline alle volgarità e insieme inguaribilmente romantico...