Samuele e Rodrigo sembrano felici, mentre giocano sulla spiaggia e nell'acqua dell'oceano con la mamma. Samuele e Rodrigo sono a casa e fronteggiano la loro adolescenza, mentre le prime fenditure si aprono nel loro rapporto. Il futuro sarà gravido di dolore.
David Pablos, regista messicano al suo primo lungometraggio presentato in Orizzonti, parla proprio di questo, di una fratellanza che non ci sarà. Della vita che rimane e che verrà. La vida después, appunto, La vita dopo. Nel film, segnato da uno stile di sorprendente rigore visivo e da scelte drammatiche indimenticabili, è l'intimità tra i due fratelli, interpretati dai bravissimi ed espressivi Américo Hollander e Rodrigo Azuela - uno dai tratti spigolosi, l'altro più dolci - a compiere gesti e scelte di forte impatto morale. Il maggiore dei due, Rodrigo, probabilmente ha visto della famiglia cose che non doveva. Non sa come elaborare questa situazione, non sopporta la responsabilità di dover proteggere il piccolo Samuele. Ha paura di essere uguale ai genitori – il padre morto suicida, la madre di estrema insicurezza -, di doverne condividere il tragico destino. Inizia una guerra di parole e sguardi che diventano sfida acerba e violenta.
In una scena tesissima, quando schiaccia sotto il suo piede la piccola tartaruga d'acqua di Samuele, Rodrigo sancisce la definitiva separazione affettiva, manifestando una violenza fino ad allora repressa. Troverà ogni pretesto per umiliare la madre, María Renée Prudencio, che mancava da tre anni da un set di cinema ed è icona della solitudine. Rodrigo interpreta ogni suo tentativo di relazione come una provocazione, una sfida, innescando in lui il desiderio di castigarla. E' la paura di essere come lei a dominarlo. Mentre per il piccolo Samuele la madre rimane una protezione, il cardine della vita. Una mattina lei scompare. Senza ragione. I due non avranno più alcun motivo per rimanere insieme, se non quello di cercarla. Tra loro si concretizza una certezza, quella della fine. Samuele lo intuisce. Per proteggere il fratello grande e debole, gli nega la verità. Per proteggere se stesso, lo abbandona, scompare.
Sulle note del Flauto magico di Mozart. Scelta che rappresenta tutta la compiuta maturità espressiva di Pablos, che ci lascia senza parole e con innumerevoli pensieri.