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In una baraccopoli vicino Madrid, gli abitanti sono costretti ad abbandonare le loro case di fortuna perché il terreno dove si trovano è stato venduto. E' La última primavera, primo lungometraggio di Isabel Lamberti, regista nata in Germania e cresciuta tra i Paesi Bassi e la Spagna, presentato in concorso al Med Film Festival.
Al centro vi è la storia della famiglia Gabarre Mendoza. Un padre che faticosamente tenta di compilare la domanda online per richiedere un'altra casa, tra problemi di documenti scaduti e di nuclei familiari troppo allargati; un figlio che vorrebbe fare il parrucchiere e che gira con il suo cv cercando lavoro; una donna incinta e tanti altri. Tutte persone che si battono come possono per affrontare questo inevitabile cambiamento.
Con la sua macchina da presa la regista ci racconta questa famiglia dall'interno, come se anche lei ne facesse parte, e conferma il suo talento, già dimostrato nel cortometraggio Volando voy (Flying I go), con il quale si è diplomata nel 2015 alla Film Academy nel genere documentario.
E proprio tra il documentario e il cinema neorealista spazia questo film, interpretato da attori non professionisti, che prende spunto dalla storia vera di David Gabarre Jiménez, conosciuto dalla Lamberti nel 2015.
Nel restituirci questo spaccato familiare e di povertà alla periferia di Madrid la regista ha uno sguardo che ricorda quello di Jonas Carpignano che, con il suo bellissimo A Ciambra (2017), ci raccontava una comunità rom di Gioia Tauro, in Calabria.
Lì ci si immergeva nei luoghi e nelle dinamiche quotidiane della famiglia Amato (che non a caso anche Carpignano aveva conosciuto qualche anno prima di girare il film), qui entriamo in quelle della famiglia Gabarre Mendoza. Il luogo cambia (Gioia Tauro vs Madrid), ma il risultato è altrettanto meritevole.