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L’undicenne newyorkese Jake Chambers (Tom Taylor) ha poteri soprannaturali, che lo porteranno al centro di una lotta per il futuro del nostro e di altri mondi, su cui veglia la Torre Nera. A minacciarla è l’Uomo in Nero (Matthew McConaughey), contro cui combatte il Pistolero Roland Deschain (Idris Elba). Questa sinossi l’avete già intesa, perché si tratta de La Torre Nera, adattamento della celebre saga (otto libri e quattromila pagine) di Stephen King.
La trasposizione era nell’aria da tempo immemore, arriva targata Sony per la regia del danese Nikolaj Arcel, e non è una buona notizia. In breve, che il mondo sia in pericolo non frega niente a nessuno, né ai personaggi né agli spettatori; Arcel non ha la benché minima idea di regia, e il poco che c’è è derivativo (Matrix, Shining, X-Men) e deteriore; gli attori, che non sono affatto male, lavorano come se diretti da una seconda unità per una programmazione televisiva in fascia pomeridiana estiva.
A un giorno dalla visione non ne rimane traccia, e il peccato è capitale: non si uccidono così anche i bestseller, non si mortificano così gli universi paralleli.