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La ragazza con il braccialetto
Tante Le ragazze con al cinema. Con la valigia, con la pistola fino a quella con l’orecchino di perla, ora ne arriva un’altra sul grande schermo: con il braccialetto. In questo caso non si tratta però, come nel famoso quadro del pittore olandese Jan Veermer di un gioiello, ma di un braccialetto elettronico. Lo porta alla caviglia la protagonista di questa storia, Lise, interpretata dalla bravissima Melissa Guers, al suo esordio. Un’adolescente accusata e unica imputata dell’omicidio della sua migliore amica, Flora, e in attesa del giudizio in Corte d’Assise.
Volto impassibile, sguardo impenetrabile, poche frasi in sua difesa e tanti silenzi assordanti, così Lise affronta il processo a suo carico. La sostengono i genitori, interpretati dagli eccellenti Roschdy Zem e Chiara Mastroianni, perfetti nei ruoli di un padre e di una madre che credono nell’innocenza della propria figlia “colpevole”, per loro, semplicemente di essersi trovata nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Presentato con successo al Festival di Locarno 2019 e vincitore del Premio César per la migliore sceneggiatura non originale, il film diretto dalla regista francese Stéphane Demoustier è un noir teso e avvincente, un “courtroom drama” incalzante e appassionante, che mette in luce le contraddizioni e le fragilità di una ragazza dei nostri giorni.
La ragazza con il braccialettoDal chiuso all’aperto. Da una fredda aula giudiziaria (nella quale si svolge il lungo dibattimento nel quale difesa e pubblico ministero sostengono e dipanano le reciproche argomentazioni), la Demoustier ci apre uno squarcio sul mondo inquieto dell’adolescenza e si/ci interroga sui giudizi morali della nostra società. Dal particolare all’universale. Attraverso quel vetro emerge il ritratto di questa giovane enigmatica, fragile, vulnerabile, apparentemente insensibile, contraddittoria che è poi il ritratto di ogni adolescente.
Con pochi elementi, senza giudizio (e non è poco in un film processuale), lo spettatore diventa un giurato, anche lui partecipe attivo di quel processo (girato in una vera aula del tribunale di Nantes) alla ricerca di una verità difficile da scoprire e allo stesso tempo alla scoperta di cosa c’è dietro il volto di Lise. Analizzando i suoi mutamenti, interpretando i suoi silenzi e i suoi non detti, ascoltando le parole del Pubblico Ministero, del Presidente del Tribunale e dell’avvocato difensore, interpretati rispettivamente dai bravissimi Anaïs Demoustier (sorella della regista), Pascal-Pierre Garbarini e Annie Mercier, anche noi indaghiamo l’animo umano e i suoi misteri.
La ragazza con il braccialetto ci regala un ritratto contemporaneo che rapisce lo sguardo proprio come il quadro di Jan Vermeer (il già citato La ragazza con l’orecchino di perla, meglio noto come La ragazza col turbante) del 1665 conservato nella Mauritshuis dell’Aia e come in generale tutti i ritratti dei pittori olandesi del XVII secolo e di tutti i pittori che hanno saputo al meglio raffigurare le figure femminili con i propri colori e le proprie sfumature.
Un film che alimenta il dubbio, che non regala semplici risposte, ma che genera domande, che interroga e che, senza etichettare e giudicare, invita alla riflessione, fino al bellissimo finale aperto.