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La quercia e i suoi abitanti
La vita e la morte. Il giorno e la notte. L’estate e l’inverno. Il sole, la pioggia e la neve. È il ciclo della vita che si alterna da anni, ben 210 per la precisione, sotto l’enorme quercia, protagonista assoluta di La quercia e i suoi abitanti di Laurent Charbonnier, maestro dei documentari naturalistici, e Michel Seydoux, celebre produttore qui al suo esordio alla regia. All’ombra di questo grande albero secolare, sito nella verdeggiante regione francese della Sologne, vivono tanti piccoli e grandi abitanti. Tra questi topolini selvatici più carini di quelli di Cenerentola e scoiattoli rossi più simpatici di Cip e Ciop, grandi serpenti dal terribile nome ‘Colubro di esculapio’, famelici rapaci, ovvero le astore e i barbagianni, e uccellini come ghiandaie, cinciarelle e picchi rossi. Ma anche cinghiali che si grattano sulla corteccia, tassi, nutrie e caprioli, e tanti insetti dal balanino delle ghiande, minuscoli curculionidi, alle formiche che edificano i loro regni.
Coprodotto da Camera one, Gaumont e Winds, candidato come miglior documentario ai César 2023, girato in live action, senza dialoghi e senza commenti in voice over, questo film con la sua quercia peduncolata nata nel 1810 è un’ode alla vita e alla sua poesia. Un viaggio accompagnato dai suoni della natura, animaleschi (squittii ai cinguettii) e non (dalla pioggia al vento che fa ondeggiare i rami), ma anche dalle suggestive musiche originali di Cyrille Aufort (La Glace et le ciel e La marcia dei pinguini). Una colonna sonora che si rifà ai grandi classici come la Sinfonia pastorale di Beethoven o La Sagra della Primavera di Stravinsky e che si conclude con la bellissima canzone originale dei titoli di coda, Et Tu Restes, scritta e interpretata dal cantautore francese Tim Dup.
Tanti i documentari sulle piante. Ma qui, come in una rivoluzione copernicana, per la prima volta si guarda una quercia attraverso gli occhi, le zampette, le ali dei suoi abitanti ed esclusivamente dal loro punto di vista.
Attualissimo nel renderci consapevoli della fragilità degli equilibri della natura in tempi in cui il surriscaldamento globale indotto dalle attività umane è in aumento. Come una nuova frontiera, un nuovo paradigma del mondo non umano, questo film, frutto di un grande lavoro iniziato nel 2017 con gli scienziati del Museo nazionale di storia naturale, ci rende consci dell’enorme ricchezza di quest’albero attorno al quale ruota la vita.
E la cosa straordinaria è che questa grande quercia, senza movimenti e senza espressioni, riesce con la sua sola presenza a catturare l’attenzione dello spettatore per più di un’ora esattamente come farebbe un attore o un’attrice in un film. Eppur si move…direbbe Galileo Galilei, perché in realtà non è ferma. Movimenti impercettibili all’occhio umano, ma sorprendenti e unici. Basta saperla guardare attentamente e oltre come fa questo film, che coniuga una produzione di finzione a una storia naturalistica, forti intenzioni estetiche da una parte e tecnologiche dall’altra. Salvaguardia del nostro patrimonio naturale e simbolo di speranza per le generazioni future, si muove, unisce con i suoi rami la terra e il cielo, come canta Tim Dup, e al tempo stesso rimane ferma, nei secoli, in piedi.