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Santiago Mitre al 33. Torino Film Festival con una storia di passione, coraggio e determinazione. Chi altri farebbe la scelta di Paulina? Non denunciare i suoi aggressori “porgendo” loro l’altra guancia, non tanto come perdono quanto come possibilità di crescita e riscatto. Dopo la Semaine de la Critique di Cannes 2015 il film La Patota – Paulina arriva in anteprima nazionale a Torino. Il sacrificio di una donna ferita e sua l’integrità morale e politica. Una storia non solo argentina.
Paulina è giovane, intelligente e brillante. Un giorno decide di lasciare il dottorato all’università di Buenos Aires per tornare nella periferia, dove è cresciuta. Vuole sfruttare la sua ottima preparazione insegnando ai più piccoli. Diventa maestra e cerca con la cultura e la storia di “salvare” ragazzi poveri e meno fortunati, andando contro la visione e il volere del padre. Una co-produzione argentino francese che ha per protagonista la bella e intenda Dolores Fonzi. Un messaggio di pace e umanità nel segno del rispetto femminile. Mitre con la camera porta lo spettatore nella periferia della capitale argentina. Una vita povera e sporca, e qui inserisce un personaggio forte e costruttivo, una giovane donna decisa a tenere il bambino che le cresce in grembo se pur frutto di una brutale violenza. “Io non ho colpa, lui non ha colpa”. Un gesto non solo di coraggio ma anche di amore. Discutibile la sua posizione: negare di conoscere il “branco” di aggressori lasciandoli a piede libero.
Paulina è vicina a essere un magistrato di rilievo, ma decide di lanciarsi in una mission più importante, trasferendosi in un villaggio piccolo e lontano dal mondo civile. Lì vigono ancora reggi primitive a cui lei non è abituata e che vuole tentare di cambiare. Una giovane eroina dei nostri giorni? No, solo una donna che crede nel futuro e nella possibilità del cambiamento. Nel suo primo giorno da maestra spiega agli allievi il perché della sua scelta: l’Argentina non è una monarchia ma è una democrazia.
Mitre e il personaggio di Paulina mostrano una sana ostinazione nel volere raccontare e trasformare un sistema antico a favore del rispetto verso il prossimo. Paulina nonostante la violenza mette da parte l’orrore e mantiene l’integrità che la contraddistingue sin dalla prima scena. Il film, premiato alla 54. Semaine de la Critique con il Nespresso Grand Prize, potrebbe essere una piacevole sorpresa per il Festival di Torino.