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Photo: Guy Ferrandis
Si dice che andare in bici una volta imparato, non si scorda mai. Non si tratta di un luogo comune, bensì di una capacità resa possibile dalla memoria a lungo termine. Discorso che sulla carta è valido anche per la regia e per coloro che fanno Arte nelle sue diverse forme espressive. Ciononostante la mancanza di “allenamento” può fare brutti scherzi, rendendo il compito più difficile del previsto. Ne sa qualcosa Jean-Paul Salomé, che doveva scrollarsi di dosso tutto il mix di polvere e ruggine accumulato nel corso dei sette lunghi anni d’inattività trascorsi lontano dalla macchina da presa, quando portò sul grande schermo la poco esaltante crime-comedy Io faccio il morto.
Con La Daronne, adattamento del romanzo omonimo di Hannelore Cayre, il cineasta transalpino ha deciso di insistere sul medesimo registro, ma con risultati ben al di sotto delle aspettative data la bontà della matrice letteraria a disposizione e la presenza nel cast di un nome di punta come quello di Isabelle Huppert nelle vesti di protagonista.
Quest’ultima, a differenza di colui che l’ha diretta, non ha smarrito quella bussola che da decenni le indica la strada da percorrere, offrendo al film una scialuppa di salvataggio alla quale aggrapparsi nella burrasca che l’ha travolto. È lei, qui nei panni di una traduttrice giudiziaria arabo-francese incaricata dalla narcotici di entrare a far parte di un'indagine per scovare alcuni spacciatori per poi diventare essa stessa una signora della droga, a caricarsi sulle spalle tutto il peso dell’opera.
Ed è sempre lei a uscire a testa alta con la solita performance degna di nota da un poliziesco metropolitano dal buon ritmo, ma dalla scrittura zoppicante e poco caratterizzata, che attraverso uno pseudo stile pulp cambia improvvisamente pelle per infilarsi nei meccanismi ludici, mistery e a orologeria dell’heist movie vecchia scuola. Peccato che l’ingranaggio che lo regola non funzioni come dovrebbe, con le pennellate di humour gettate qua e là per dare brio alla timeline che danno qualche scossa e nulla di più.