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La metamorfosi del male
Qualcuno ci salvi dal found footage. È dalla fine degli anni novanta che lo (s)cult The Blair Witch Project non cessa di effondere i suoi nefasti influssi su di una buona fetta della produzione di genere mondiale.
Qui siamo alle prese con la solita famigliola yankee, in trasferta vacanziera in Europa, squartata orrendamente dal pazzo di turno. Ma l'assassino è davvero umano? Il tremolio “amatoriale” della videocamera, purtroppo, impedisce ogni certezza. Un rozzo bestione semideficiente è accusato della strage, complice una polizia francese mai tanto supponente, corrotta e incapace. Per fortuna, però, una bella avvocatessa americana, coadiuvata da due baldi giovanotti suoi compatrioti, corre in aiuto del bestione (ah, questi diritti umani!) per difenderlo dall'inciviltà degli europei. La verità, è quasi superfluo aggiungere, nasconde strani giochetti della natura che hanno a che fare con luna piena, mutazioni e istinti bestiali insiti nella condizione umana. Forse che ci troviamo di fronte a un caso di licantropia?
La storia, come si vede, non è la quintessenza dell'originalità. La regia dilettantesca compie davvero tutti gli sforzi utili per affossare uno script di per sé già pasticciato e confuso ma che, nonostante tutto, riesce a regalare non pochi episodi esilaranti di ridicolaggine involontaria: da incubo (cinematografico), ad esempio, i voli all'indietro nella boscaglia delle vittime del lupo mannaro. Di brividi veri poi, anche di quelli a buon mercato, neanche l'ombra: la noia regna sovrana. Persino la citazione kubrickiana da Arancia Meccanica (le pinze sugli occhi del bestione accusato dei delitti), suona più come uno sberleffo che un omaggio al Maestro.
William Brent Bell, regista statunitense all'ennesima tappa horror dopo Stay Alive e L'altra faccia del diavolo, realizza un'opera discontinua, povera di idee e di talento. Unica vera nota originale, almeno per un film di genere americano, è l'ambientazione francese (ci fidiamo delle battute degli attori e dei finti telegiornali francesi che coprono larga parte del montato).
Il buon horror, infine, e questo non lo è, si riconosce dai sottintesi “sociali e politici”: La Metamorfosi del male vuole forse dirci che al centro dell'Europa esiste un cuore nero di nefandezze indicibili? Che sia un americano a sostenerlo è quantomeno singolare, forse anche simpatico. Di certo, è poco intelligente.